<<Invito tutti voi, almeno per il momento, a lasciare la mia caverna; potete attendere all'esterno mentre io spiegherò alla vostra amica, la situazione>> e detto questo, tutti abbandonarono il capezzale della guerriera, lasciandola sola con l’Hulfùr.<<Non devi avere alcun timore, giovane fanciulla, non ti farò del male>> disse volendola rassicurare, anche se Xera immediatamente, rispose <<Ma io non ho paura! Penso di averlo dimostrato durante il nostro combattimento!>>, <<Mi avevano accennato di questo tuo carattere ostinato, tuttavia non avrei mai pensato, di vederlo riemergere in simili circostanze!>> replicò quasi divertito.
L’Hulfùr si sdraiò avvicinando la testa al corpo della ragazza, che nonostante volesse nasconderlo, un po’ di timore, in fondo, lo avvertiva <<Inutile perdere altro tempo in chiacchiere, ti dirò le cose come stanno e tu potrai accettarle oppure no, ma sarà comunque solo una tua scelta!>>.
Xera era sempre più confusa, il fare sibillino della divinità non rendeva la situazione più chiara, così si limitò ad ascoltare. <<Durante il nostro combattimento, ti sei ferita. Ricordi?>> e Xera annuì <<Bene! Per un caso fortuito, anche tu hai ferito il mio corpo>>, <<Fortuito?>> replicò ironica, <<Non interrompere una divinità che parla!>> disse schiarendosi la voce e poi continuò <<Dicevo quindi, che per un colpo di fortuna sei riuscita a ferirmi e proprio in quell'occasione il mio sangue si è mescolato al tuo!>> La ragazza lo guardò indifferente, <<Quindi? Il tuo sangue era avvelenato? Sono svenuta com'è accaduto per Shùly? Deve essere proprio arrugginito quel Curatore, se ha impiegato una settimana per svegliarmi!>> disse pensando a Reilhan, ma ancora una volta fu ripresa da Chundra.<<Vedo che il dono della pazienza non rientra nelle tue virtù. Sbaglio o mi è parso di aver detto di non interrompere una divinità che parla? Deve essere il mio aspetto, lo sapevo che a lungo andare, avrei perso di credibilità>> disse rimuginando tra sé e sé, poi schiarendosi ancora la voce riprese a spiegare.<<Il mio sangue non è avvelenato! Dunque, come posso far comprendere, a una creatura inferiore, il divino e l’eccelso, la vita e la morte, un dono e una maledizione!>> farfugliò e Xera stanca dei suoi commenti sarcastici, voltò il capo dall'altro lato, fingendo di riposare. L’Hulfùr allora, indignato, ringhiò e senza sfiorarla, la costrinse a guardarlo per mezzo di una forza misteriosa e invisibile.<<Per lungo tempo, in epoche assai remote, si praticò un rituale che consisteva nel mescolare il proprio sangue, con quello di una divinità. Che fosse preso con la forza o semplicemente donato non importava, l’unica cosa che davvero contava, era la brama di potere che spingeva questi uomini, a compiere il rito. Molti divennero violenti a tal punto che pur di poterne entrare in possesso, erano disposti a trucidare chiunque gli si parasse davanti. Ti starai chiedendo il motivo, è presto detto: nel libro ove era riportato il rituale, un Grimorio appartenente a Raghana la negromante delle terre dell’Est, era scritto che mescolare l’essenza di un Dio con la propria, donava poteri oltre ogni immaginazione>>, <<Ma io non mi sento più forte, anzi tutto il contrario>>spiegò Xera interrompendo nuovamente le spiegazioni di Chundra. <<Questo è perfettamente normale e ti sarà chiaro solo quando avrò modo di terminare il mio racconto …>>, <<Quel rituale era falso, fu escogitato da Raghana con l’obiettivo di punire tutti i signori della guerra, per i misfatti compiuti e allo stesso modo, per vendicarsi delle divinità che avevano causato la morte di suo figlio o almeno così pensava …>>. Xera iniziò ad avvertire una strana sensazione, era la stessa provata prima di svenire a causa delle convulsioni: istintivamente portò la mano alla spalla e senza nemmeno rendersene conto, urlò dal dolore, contorcendosi senza trovar pace. Chundra allora, intonò una misteriosa invocazione, che pian piano placò il male che affliggeva la ragazza.
<<Questa preghiera non ti curerà mai del tutto, serve solo a calmare il dolore: non temere ho istruito il tuo Novizio in merito e ora sa recitarla alla perfezione, tuttavia richiede una grande quantità di potere e non è ancora in grado di portarla a termine con le sue sole forze, per questo è stato necessario un mio intervento>> le spiegò, <<Cosa mi sta succedendo? …>> chiese la fanciulla flebilmente, << Ti ho inciso un sigillo sulla spalla!>>.Xera lo guardò spaventata << È l’unica cosa che potevo fare per limitare i danni della maledizione>>, Chundra fece una breve pausa <<Una volta concluso il rito, la maledizione si manifestava: il primo effetto erano le convulsioni che per gli uomini più deboli, significava morte certa. Il secondo, per chi aveva avuto la fortuna di sopravvivere, era la pazzia: provocata dall'essenza della divinità, nel momento in cui prendeva il sopravvento sulla propria. Se ciò avveniva, in base al Dio sacrificato, gli effetti variavano>>, <<Spero allora di non tramutarmi in un Hulfùr, tutto quel pelo non lo sopporterei>> disse quasi bisbigliando la ragazza.Chundra allora le rispose <<Sarebbe un sollievo per te, se fosse così semplice, il pelo è l’ultimo dei tuoi problemi>> poi tornando a sedersi << Ti vedo molto provata, forse è meglio continuare dopo che avrai riposato>> le disse preoccupato, ma Xera non poteva attendere oltre <<Te ne prego, dimmi ciò che mi attende, non riuscirei a dormire con tutte queste domande che mi ronzano in testa>>, allora l’Hulfùr, che in fondo aveva un cuore generoso, la accontentò.<<Come ho detto poc'anzi gli effetti della maledizione variavano in base alla divinità con la quale si compiva il rito: non tutte, infatti, possedevano un’essenza pacifica o mite e la maggior parte delle volte, questi uomini, una volta posseduti, si tramutavano in Chimere, metà bestia e metà dio con una forza incontrollabile che gli si ritorceva contro. Non tutti però, come nel tuo caso per esempio, entravano in contatto con il sangue divino, volontariamente: a volte, infatti, accadeva a causa di “eventi fortuiti”, così per tutelare la vita dell’ignaro, la divinità aveva la facoltà di apporgli un sigillo. Quest’ultimo bloccava l’essenza del Dio in questione, permettendo a quella del malcapitato di non essere posseduta o tramutata>>. Xera sembrò finalmente tranquillizzarsi, <<Non ti fare illusioni però, il sigillo può essere rotto in qualsiasi momento, per questo ti esorto a cambiare idea sul voler diventare una guerriera; dedica la tua vita ad attività pacifiche e sta lontana dai campi di battaglia, solo così avrai qualche speranza di sopravvivere>>. Xera provò molta rabbia ascoltando quelle parole, essere costretta a rinunciare al suo sogno era inaccettabile << Non poter diventare una guerriera, renderebbe la mia esistenza vana …>> disse furiosa; Chundra allora vedendola esausta, intonò nuovamente l’invocazione che placò la ragazza, facendola addormentare profondamente <<è tempo di riposare piccola guerriera, chissà che nella tua determinazione o cocciutaggine, non troveremo una soluzione>>.