La puntata è stata leggermente più viva di quella precedente anche se continuo a sostenere che le maratone di tre ore e rotti non sono sopportabili dai comuni esseri umani.
Come al solito:
LODI:
- Morgan. Sempre ironico, spiazzante, lucido e intelligente.
- Luca Tomassini. Ha salvato il deretano alla maggior parte dei concorrenti di stasera. Messe in scena da urlo. Plausi.
CRITICHE:
- Scelta delle canzoni (non tutte per fortuna)
- Il termine “credibile” nei commenti dei giudici
- I brani a cappella dei candidati all’eliminazione
CHIARA “Somewhere over the rainbow”: pelle d’oca su tutto il corpo. Il termine fenomenale o perfezione assoluta non renderebbe comunque giustizia ad una ragazza che ogni volta che apre bocca riesce a far sorridere e allo stesso tempo a far emozionare. In questo caso non c’è stato l’aiutino della scenografia o dei costumi. Il merito è tutto della pulizia vocale di questa stanga di donna che è riuscita a interpretare con stile e personalità uno dei brani più belli e celebri della storia della musica mondiale (il commento della Ventura sul fatto che si trattasse di una canzone del 1939 come se fosse un peccato mortale è davvero da censura…ma soprassediamo). VOTO 10
ICS “White lines”: è ufficiale, amo questo stranissimo esemplare di essere umano. Mi piace il suo modo di muoversi (leggiadro come una libellula) che è tutto il contrario di ciò che ti aspetteresti da uno con gli occhiali a fondo di bottiglia, il codino unto e l’espressione da bradipo. E non è tutto, ha un senso del ritmo che fa paura. Il brano era uno dei pezzi leggenda del rap americano e lui lo porta a casa con simpatia e impegno. Continuo a perdere metà delle parole dei suoi strani testi ma il ragazzo ha tempo e si farà. Ha anche un timbro particolarmente interessante (ovviamente nel campo del rap e non in generale). VOTO 6,5
ROMINA “The voice”: cantare canta bene, ha un look sicuramente d’impatto e la messa in scena era particolarmente buona. Rimane la sensazione (mia personale) che continui ad avere dei momenti di defaillance durante l’esibizione come se a tratti non fosse del tutto convinta di quello che sta facendo. Inoltre nella fase del commento dei giudici è sempre troppo spaventata per una che ha alle spalle un Sanremo e una lunga gavetta a fianco di cantanti importanti. La trovo irrimediabilmente servizievole e poco conscia delle sue qualità vocali. Dovrebbe smettere i panni della miracolata e indossare quelli della guerriera. VOTO 6
AKME’ “Voglio vederti danzare”: non sono sbocciati e infatti vanno a casa prematuramente. Il brano era bellissimo e difficile ma sono convinta che la scelta non fosse sbagliata. Ciò che è mancata davvero è stata la convinzione da parte del gruppo stesso, troppo preoccupato di mettere in mostra anche il lato maschile della band invece di avvantaggiarsi delle grandi potenzialità vocali della ragazza. La parte iniziale, quasi parlata, è stata orrenda. L’assolo della giovine Rosa troppo pretenzioso. L’inciso andava liberato da quelle catene minimaliste e lasciato scorrere liberamente. Peccato. VOTO 5
DONATELLA “Lamette”: brano fantasticamente trash e rockettaro come era tipico di Rettore (una con una voce inconfondibile e inimitabile). Il coefficiente di difficoltà era piuttosto basso ma le due gemelle hanno comunque preso a bastonate le sette note musicali lasciando intravedere solo un minimo di potenzialità nella sorella brunetta. Non sanno cantare e lo sappiamo tutti ma hanno davvero un’immagine fortissima che stranamente conquista anche chi (come me) le trova musicalmente pessime. Vanno avanti grazie ai magnifici costumi e alla rappresentazione scenica degna del miglior videoclip musicale anni 80. VOTO 5
FRERES CHAOS “Crystalized”: ho come la forte sensazione che ci troviamo davanti ai redivivi Kymera che andarono parecchio avanti nella gara nonostante i loro evidenti limiti vocali. Li premiò l’aspetto volutamente ambiguo e lo stile decisamente etereo. In questa edizione si sta assistendo alla stessa scena ma con protagonisti diversi. Trovo che non siano dei fenomeni (nonostante il fratello maschio si autocelebri in continuazione) ma vanno avanti spinti dalla pruderie dello spettatore spaccato a metà tra il sospetto e l’interesse. Non dico di più perché siamo in un periodo in cui noi blogger rischiamo di vederci accusati di diffamazione in ogni istante e quindi meglio evitare persino ciò che vedrebbe anche un cieco (riguardatevi Mi sono innamorato di te dell’esibizione a cappella). VOTO 5
DANIELE “Madness”: anche stavolta ascoltiamo uno dei brani presenti nella playlist della Ventura. Non era il brano adatto al timbro vocale di Daniele ed è un peccato perché continua a rimanere un talento nascosto grazie alle scelte dozzinali del suo giudice. Vorremmo sentire un bel brano rock uscire dall’ugola di questo ragazzo ma penso che rimarremmo al palo ancora per molto (così com’era accaduto l’anno scorso con Francesca, uscita solo alla distanza). Un’esibizione senza brividi. VOTO 5,5
DAVIDE “Iris”: il ragazzo non ha una brutta voce ma secondo me è evidente che non è nato per calcare un palcoscenico. E’ impacciato e come giustamente dice Morgan è monolitico, un pezzo di pietra che non si muove e non comunica. Canta e basta. Canta con limiti dati dall’inesperienza e così le variazioni che tenta di mettere in piedi finiscono per risultare fastidiose e inappropriate. VOTO 5,5
CIXI “Tutto l’amore che ho”: Jovanotti non si tocca. Impossibile riprodurre i suoi brani che tra l’altro risultano credibili solo se cantati da lui. Cixizzarli è un peccato mortale se non proprio una bestemmia soprattutto se parliamo di una che sino a due settimane fa si esibiva da casa sua attraverso un canale di youtube. Questa ragazza non ha umiltà ed è supponente così come l’altra sua compagna di reparto. Meritava il ballottaggio. VOTO 4,5
NICE “Lonely boy”: bella voce ma le emozioni sono un’altra storia. Fredda, glaciale, poco empatica. La modestia poi sta proprio da tutt’altra parte rispetto a lei. VOTO 6
YENDRI “Call me maybe”: all’inizio è un po’ svasata. Quasi non sembra cantare ma solo aprire la bocca senza emettere suono. Poi si sveglia e sentiamo per la prima volta la sua voce che è piacevole e molto in linea con ciò che era chiamata a cantare. Mi è piaciuta e dimostra di imparare dagli errori. Inoltre è molto umile e capisce che per continuare la sua avventura deve sudare due camice di più rispetto alle sue antipatiche compagne di reparto. Timbro internazionale degno del più classico r’n b’ americano. VOTO 6,5