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Yakuza Busting Girls – Duel in Hell (Shin’ichi Okuda) ★/4

Creato il 10 ottobre 2011 da Eda

Yakuza Busting Girls – Duel in Hell (Shin’ichi Okuda) ★/4Gyakushu! Sukeban hantaazu: Jigoku no ketto, Giappone, 2010, 71 min.

L’ondata di trash giapponese partita ufficiosamente nel 2008 non accenna a fermarsi ed anzi quella scorsa è stata un’annata particolarmente “ricca” da questo punto di vista. Questo Yakuza Busting Girls – Duel in Hell è il sequel (non che ci sia bisogno di vedere il primo per seguire questo)  di Final Death Ride Battle  uscito nello stesso anno con una protagonista cacciatrice di yakuza che si trova a dover vendicare il suo mentore, arrivando infine alla resa dei conti con una collega rivale. 

Avevamo già affrontato il discorso al tempo della recensione di Yakuza Weapon: questo cinema non ha nessun tipo di pretesa se non quella di far divertire lo spettatore puntando tutto su effettacci artigianali e violenza a profusione. La Nikkatsu produce i suoi Sushi Typhoon, girati con un minimo di cognizione di causa, ma l’oceano del trash va molto oltre e ci si ritrova con prodotti come questo con recitazione parrocchiale e regia “alla cazzo di cane” (cit.). Qualcuno ha rispolverato per questi film l’etichetta Pink Violence, pellicole degli anni 70 prodotte dalla Toei dove disinibite eroine andavano in giro a menare le mani. Molti film di questo nuovo filone della serie Z giapponese hanno infatti per protagoniste donne arrabbiate, ma il paragone rimane comunque ingeneroso nei confronti di quegli onesti film di genere, dietro ai quali si celavano spesso maestranze di tutto rispetto.

Yakuza Busting Girls – Duel in Hell (Shin’ichi Okuda) ★/4
Sarebbe stupido giudicare  Yakuza Busting Girls parlando di trama ridicola e personaggi macchiettistici (cose che comunque ha),  il problema è che  fallisce anche laddove dovrebbe avere i suoi punti di forza: azione, sangue, erotismo. Quest’ultimo punto è liquidabile in due parole dato che è completamente assente e le due protagoniste non concedono nessuna delle loro generose forme. Anche il sangue scarseggia ed è limitato a poca roba: qualche arto mozzato e una testa rotolante. Peccato perchè gli artigianali effetti speciali sono curati dall’esperto Nishimura Yoshihiro che è, assieme a Iguchi Noboru, il padre-fondatore di questo filone, ma sembra non essersi dedicato molto al film, tanto che le scene che avrebbero richiesto effetti più elaborati sono girate con un pretestuoso passaggio all’animazione.  Ne risulta che la scena più succulenta è posta addirittura prima dei titoli di testa e non fa comunque gridare per originalità. L’azione rappresenta la nota più dolente: la sciatteria con la quale è girato il tutto è sconcertante. Nelle 2-3 location che si ripresentano invariabiabilmente gli stunt dei combattimenti hanno una mobilità nulla, con attori che si muovono al rallentatore e un montaggio che di certo non esalta la cinetica. Per finire la colonna sonora è una delle peggiori che io ricordi, riuscendo nell’ardua impresa di non essere capace di esaltare neanche le scene d’azione contribuendo ad affossarne il ritmo oltre che la credibilità. Insomma l’unico divertimento dello spettatore è aspettare l’ennesima trovata ridicola, ma anche questo viene presto a noia.

Yakuza Busting Girls – Duel in Hell (Shin’ichi Okuda) ★/4
Il tutto non è neanche giustificato dal fatto che sia una pellicola prodotta per il vasto mercato dell’home video, ma anzi si vanta di essere stato distribuito nei cinema. Certo, è difficile prendere sul serio un film nel quale la mossa speciale della protagonista è la giravolta. Rimane il presentimento che questa ostentata povertà sia voluta e che il regista, qui addirittura anche montatore e sceneggiatore, sia disposto a farsi ridere dietro pur di avere qualcuno disposto a vedere il suo film.

EDA

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