Non scherziamo, qui non si tratta di un giardino qualunque, di una dacia qualunque, di un albero di ciliegi qualunque, ma del giardino, della dacia e dei ciliegi di Cechov, pezzo da novanta della letteratura mondiale; ricordo ancora l'allestimento fantastico di questa pièce fatta da Strehler al Piccolo Teatro di Milano, tanti anni fa. Siamo a Yalta, dove il grande drammaturgo russo, ammalato da tempo di tubercolosi, ha trascorso buona parte dei suoi ultimi cinque anni di vita. Lo scrittore in persona ha progettato questi luoghi; da padrone di casa leggendario e amante della bella vita qui riceveva ospiti ed amici, di qui
sono passati Rachmaninov, Maxim Gorky,
Leon Tolstoj e tanti altri
Non credo proprio di avere curiosità da "voyeur", trovo insopportabili quelle trasmissioni televisive che ti fanno guardare dal buco della serratura le storie più intime della gente o chi ama fare le scampagnate domenicali sui luoghi delle tragedie, mi piace invece visitare gli interni delle case; l'ambiente, l'atmosfera, gli arredamenti parlano, quello che si è letto solo sui libri trova un suo senso ed una sua giustificazione nel luogo o al contrario colpisce per la sua dissonanza ( penso per esempio a Magritte, al contrasto tra la sua pittura surreale e totalmente fuori dagli schemi ed alla regolarità meticolosa della sua vita da impiegatuccio).
Nei dintorni di Yalta c'è un altro luogo storico che fa venire la pelle d'oca per la pregnanza di ciò che vi è avvenuto: Palazzo Livadia, dove i tre grandi, Churchill, Roosevelt e Stalin nel febbraio del 1945 nella Sala Bianca hanno tagliato a fette quella torta martoriata che si chiamava Europa ed hanno definitivamente chiuso il capitolo della II guerra mondiale. Churchill non sopportava il caldo, il presidente americano aveva già un piede nella fossa e il Piccolo Padre l'ha fatta da padrone; credo che i risvolti privati siano molto più determinanti per la Storia con s maiuscola di quanto non si pensi.Anche i piani superiori offrono grandi emozioni. Negli appartamenti privati pressoché integri si conservano foto, effetti personali, giochi della famiglia imperiale russa Romanov. Questo edificio è stato infatti progettato come residenza estiva per lo zar russo Nicola II. I Romanov passeranno qui solo quattro stagioni, verranno arrestati dalle truppe bolsceviche nel '17 e un anno dopo seguirà l'esecuzione di tutta la famiglia a Yekaterinburg.
Altro bellissimo posto sulle alture ad est di Yalta sono i Giardini Botanici Nikitsky, un grande parco voluto dallo zar a inizio '800 che scende fino al mare lungo il fianco della collina, con una curatissima esposizione di flora. Siamo andate a "Nikita" (i locali li chiamano così) prendendo l'autobus 34 superaffollato che si inerpicava a fatica fra una marea di curve, ma è sempre interessante viaggiare con i mezzi locali.
Per i dintorni di Yalta non posso non citare infine il Nido di Rondine, castello fiabesco miracolosamente in bilico sulla punta di una roccia. Potenza del denaro e della passione amorosa, l'ha fatto costruire il barone Steingel, magnate del petrolio tedesco per la sua giovanissima amante (che fregatura, aver sempre fatto soltanto la moglie!).Siamo state fortunatissime, a Yalta la nostra nave ha attraccato proprio sul lungo mare centrale: divertente osservare l'incredibile animazione con la sua atmosfera vivace e vacanziera, facile andare a zonzo per la città dai bei palazzi e godere di un concerto sinfonico in piazza sotto la protezione benevola di una statua di Lenin. La Crimea mi ha fatto molto pensare alla Costa Azzurra francese e Yalta a una Montecarlo dell'est. La vegetazione è la stessa come lo sono case e ville disseminate nel verde fra le colline, stessa mitezza climatica, dietro lo stesso scenario di montagne, un'impressione di opulenza soprattutto se paragonata al resto dell'Ucraina. Se inglesi e aristocratici russi hanno iniziato il turismo d'élite sulla riviera francese, a Yalta ci venivano le élite russe affette da tubercolosi e dopo la Rivoluzione d'ottobre tutti i lavoratori malati; per decreto sovietico la Crimea doveva essere utilizzata per le cure mediche dei lavoratori. Pullulano tuttora numerose case di cura di nomea e se non sbaglio ci è venuto a morire Palmiro Togliatti.