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Yara, l'Afghanistan e il fotovoltaico

Creato il 01 marzo 2011 da Ognimaledettopost

Cosa lega un omicidio, un paese nel dramma e una fonte rinnovabile? 

Yara, l'Afghanistan e il fotovoltaico

Edvard Munch, La morte nella stanza della malata

I modi della rappresentazione. L'omicidio di Yara è una tragedia che rimane circoscritta ad un ambito privato. La dimensione pubblica di questo fatto è data dal suo modo di rappresentazione: la clamorosa ridondanza mediatica che in genere coinvolge le notizie del triangolo tematico "Soldi, Sesso, Sangue". Con la morte di Yara nessuno degli spettatori di telegiornale o dei lettori di quotidiano patisce il vuoto luttuoso legato alla perdita diretta di una persona cara: il dolore che provano i suoi genitori, gli amici e i parenti è intimo e al contempo ineguagliabile. 
Piuttosto, la compartecipazione empatica ci spinge a mostrarci solidali e a reagire con sgomento dinanzi al cadavere di una 13enne, e tutti auspichiamo la consegna alla giustizia del suo assassino.
In secondo luogo, l'Afghanistan: è di ieri l'ennesima vittima italiana di una guerra sulla cui natura solo pochi si ostinano a negare l'evidenza. Se perfino il nostro Presidente dello Scompiglio esprime dubbi sull'opportunità di prolungare ulteriormente "il calvario" in una "terra medievale lontanissima da ogni civiltà", davvero non si capisce che ci facciamo ancora lì. Non so che conoscenza abbia il nostro Premier della civiltà afghana, che storici e archeologi hanno avuto riconisciuto come un felice sincretismo, un melting pot tra ellenismo, cultura indiana e influenze mongole e più in generale asiatiche

Yara, l'Afghanistan e il fotovoltaico

Henri Rousseau, La guerra

So però che "nel 2010 sono morti in Afghanistan 712 militari, compresi quelli italiani, contro i 521 del 2009. Dall'inizio della missione Isaf in afghanistan, nel 2001, sono oltre 2.300 i militari rimasti uccisi" (fonte la Repubblica). So che il prossimo ottobre questa "non-guerra" festeggia DIECI ANNI. E che noi siamo presenti lì per l'amicizia di Silvio con un cialtrone come George W. Bush e che siamo rimasti per i successivi rifinanziamenti alla missione voluti da maggioranze sia dal centro-destra sia del centro-sinistra. Quando si tratta di pace e democrazia, giustamente, il consenso è bipartisan
Eppure questi militari potrebbero essere utilizzati per scopi veramente pacifici nel territorio nazionale. Per esempio per cercare Yara, trovata in un luogo già malamente perlustrato. La guerra in Afghanistan, dunque, è un fatto pubblico reso "privato" dalla propaganda: è una cosa tra governi, che non ci riguarda, così come non ci riguardano i soldi spesi. Solo le vittime da piangere ci rimangono e la futile presenza cartonata del politico di turno al funerale del o dei soldati uccisi di volta in volta. Immolate in nome di un "sacrificio", parole di Silvio, che "imponiamo con il voto unanime di tutto il Parlamento e per volontà di tutti gli italiani". Ah sì? Carino!

Yara, l'Afghanistan e il fotovoltaico

Vincent van Gogh, Olivi sotto il sole

Last but not least, il fotovoltaico. Il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani questa settimana porterà in Cdm un suo devastante provvedimento, con il quale intende imporre: A) un tetto alla crescita del solare; B) uno stop a qualsiasi incentivo dopo il 2014; C) un taglio del 30% reotrattivo agli incentivi all'eolico. Tutto questo mentre il Giurì dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria ha condannato lo spot del Forum Nucleare Italiano definendolo "pubblicità ingannevole". Il Forum, infatti, non è affatto equidistante tra le due posizioni, l'una favorevole al nucleare, l'altra contraria, come lo spot visto in tv vorrebbe farci credere. Sono gli stessi gestori del forum a farcelo sapere! Il Forum vuole propagandare l'idea di un nucleare pulito, economico e sicuro. Di contro, le fonti rinnovabili sarebbero inefficaci e costose. 
Davvero una comunicazione di parte, non trovate? Eppure che visibilità ha il dibattito su questo provvedimento in televisione o sui giornali? Nessuna. E si tratta di un provvedimento che incide sulle vite di tutti i cittadini italiani, a differenza della morte di una ragazzina, che incide sulle vite (o meglio le devasta) dei componenti di una singola famiglia. 
Il nostro non è un invito all'indifferenza, ma una riflessione sui criteri di selezione e trattazione delle notizie: grande spazio a un dramma privato, con la pulsione "di farci i fatti loro" che arriva allo squallore di un Fabrizio Corona che cerca di entrare dalla finestra della casa di Sarah Scazzi, quando queste famiglie crediamo che vorrebbero solo essere lasciate in pace;  scarsa eco, invece, per i costi di una guerra incomprensibile (meglio la bara del soldato in diretta-tv e il minuto di silenzio sui campi di calcio) e per le manovre arbitrarie dell'ex-ideatore di "Colpo grosso", la tramissione di Umberto Smaila che si colloca ai primordi del velinismo televisivo
Al cittadino-suddito diamo lacrime e pathos, plastici vesp(as)iani et cincenses: troveremo poi un'altra Terzigno cui relegare i problemi. 


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