Non è un sommergibile. Smentita perentoria da parte della Marina Militare Italiana circa la presenza di un sommergibile ricoperto di calcestruzzo nelle acque del Sinis, precisamente ad Is Arena.
Il Comando militare marittimo autonomo della Sardegna ha diffuso ieri un breve comunicato con il quale conferma la sua versione iniziale, nessun sommergibile si trova sul fondale di Is Arenas, nel Sinis di Oristano. La massa scura, lunga 77 metri, a mezzo chilometro dal litorale, non è il relitto di un sommergibile.
Il mistero è risolto dunque e, per la Marina, dopo la nuova ricognizione congiunta degli operatori del nucleo Sdai di Cagliari (Reparti subacquei della Marina militare) e la collaborazione proprio di coloro che avevano indicato la presenza del presunto sommergibile, il caso è chiuso, tutto regolare. Si tratterebbe invece di una formazione naturale, la cui forma pur somigliante ad un sottomarino è solo una formazione geologica.
Eppure che si tratti di cemento dovrebbero esserci pochi dubbi, poiché un campione del materiale che ricopre quella sagoma di 77 metri è stato analizzato in un laboratorio di Venezia, e la perizia aveva puntualmente confermato quello che, per chi con svariate immersioni, filmati e studi, in questi due anni dalla scoperta, aveva sospettato da tempo.
Ricordiamo a questo proposito che due eran le ipotesi che si sono formulate: si potrebbe trattare del sommergibile Veniero II, battello oceanico della classe “Marcello”, varato il 14 febbraio 1938 e affondato nel 1942; oppure del Uc-35, sottomarino della Kaiserliche Marine, la marina imperiale tedesca, mandato a picco dal cacciatorpediniere francese Aigli, il 17 maggio 1918. Ipotesi saldamente basate sulle notizie storiche che riportano unicamente due sommergibili affondati nel mare occidentale della Sardegna.
Ricordiamo anche la Capitaneria di porto di Oristano, negli stessi giorni del sopralluogo intorno alla misteriosa massa scura, aveva emanato un’ ordinanza che interdiva tutta l’area intorno al sommergibile alla navigazione, causa brillamento, cioè la zona veniva delimitata poiché serviva per operazioni di neutralizzazione di un ordigno bellico che nulla aveva a che fare con il presunto sottomarino .
I dubbi permangono eccome, anche perché di questo vascello fantasma esistono filamti e fotografie dove chiaramente si vede la colata di calcestruzzo e delle ossa umane che sembrano inglobate dalla massa.Un giallo che sembra dunque non ancora risolto e che mesi fa era stato oggetto di un’interrogazione parlamentare di alcuni esponenti del PD sardo, Caterina Pes, Amalia Schirru e Giulio Calvisi
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