Perché mentre Christie, il governatore del New Jersey nei sondaggi balza fino a trovarsi testa a testa con Barack Obama, è più che lecito nutrire preoccupazione.
Una preoccupazione reale, tangibile, che non è scoramento sterile bensì serve da monito per un impegno ancora più intenso.
Inizialmente il Presidente Barack Obama, non manca di criticare il programma del partito repubblicano biasimandone la volontà di abrogare le leggi in difesa dell’ambiente e di affidare il Paese in mano alle forze più influenti concedendo loro il privilegio di scegliersi da sole le proprie regole.
Ma dopo l’inevitabile attacco al partito avversario Obama non dimentica di fare della sana autocritica.
Riconosce infatti che non sarà semplice tornare al governo alle prossime elezioni.
La colpa? Della recessione che ha colpito l’economia mondiale e del clima di sfiducia che
imperversa tra gli elettori.
Obama fa un veloce bilancio dei suoi due anni e mezzo di presidenza e riafferma
l’impegno profuso nelle riforme : da quella scolastica a quella sanitaria senza dimenticare gli enormi progressi ottenuti sul fronte dell’uguaglianza salariale ma non si limita ad elogiare il proprio operato.
Ammette difatti anche i punti deboli del suo governo
Il vero tallone d’Achille della sua permanenza alla Casa Bianca sarebbe, secondo lo stesso Obama,
nel non aver cambiato Washigtown e nell’aver così deluso la gente che ha perso fiducia.
Obama chiama così a raccolta le forze di tutti affinché vengano impiegate per raggiungere il grande obbiettivo: la rielezione.
Un impegno profondo e costante, un intero anno di duro lavoro, assoluto zelo e tanta volontà: ecco l’unica strada per ritornare alla Casa Bianca tra 14 mesi.
Monia Papa
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