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Yesterday, i film del (mio) passato (N°2): recensione "Breakfast Club"
Creato il 29 ottobre 2014 da Giuseppe ArmelliniSono colpevoli di qualcosa - ognuno ha un diverso motivo per esser là - e questa è la loro punizione.
Il professore che deve sorvegliarli, forse preside stesso della scuola, assegna loro un tema di almeno 1000 parole:
chi siete?
quel tema, pur avendo ben 8 ore di tempo, in realtà non lo scriveranno mai (o in maniera molto concisa soltanto uno, alla fine, lo farà per tutti) ma chi sono, forse, lo scopriranno davvero quella mattina.
E, anche se solo a parole, e ben più di 1000, quel foglio bianco non rimarrà tale.
E difficile capire perchè un film tanto semplice ed essenziale sia rimasto nel cuore e nell'immaginario di quasi tutti noi 35enni. Credi di conoscerlo solo tu, di amarlo solo tu, e invece ogni volta che lo nomini senti che ha un posto nel cuore di tantissime altre persone.
Ci sono due tipi di film cult, quelli emersi e quelli sommersi.
Breakfast Club è nella seconda categoria, in quelli nascosti e mai venuti completamente fuori, in quelli che più che nella storia del cinema sembrano avere un posto nella storia di tutti noi, in quelli che però poi li nomini e pluff, tornano fuori dagli abissi come uno spruzzo d'acqua di una balena.
Ma poi, rivedendolo ieri sera, ho capito perchè.
E' proprio nella sua essenzialità il suo potere, il suo segreto.
Cinque ragazzi chiusi in un luogo parlano di sè stessi, nient'altro, perfetto, archetipo, come fai a dimenticartene, come fai a non immedesimarti (anche se adesso a differenza di allora ho potuto farlo solo in modo traslato).
Chiunque di noi all'epoca si sarà riconosciuto in qualcuno di loro, o in qualche aspetto di ognuno di loro.
Nell'amore per lo sport, nell'ossessione del primeggiare ma anche nella forza morale di Andrew.
Nel crescere con tutti gli agi e vivere una vita di ipocrita perfezione di Claire.
Nella vita violenta, turbolenta, priva d'affetti ma comunque autentica di John.
Nel dover a tutti i costi soddisfare delle aspettative scolastiche di Brian.
Nel sentirsi diversi, emarginati, forse sbagliati di Allison.
E capire che a 18 anni rischi di diventare un'etichetta, una monodimensione travestita da ragazzo o ragazza.
E invece parli con gli altri, ti confronti e scopri quanto, alla fine, tutti ci assomigliamo, quanto il rapporto con i genitori sia difficile per tutti, specie quando all'apparenza sembra invece tanto forte, quanto le paure, e tante, a quell'età ti bloccano, quanti desideri si hanno ma per pudore o per costrizione non riusciamo a soddisfare, quanto ci sia bisogno l'uno dell'altro e quanto ci pesi quell'etichetta che ci hanno appiccicato addosso.
Sono una principessa ma vorrei togliermi questo meraviglioso vestito, vi prego, aiutatemi, spogliatemi.
Sono un cervellone ma non ce la faccio più a vivere di studio e risultati, vi prego, fatemi conoscere anche altro.
Sono uno sportivo costretto a vincere ma vi prego, insegnatemi la bellezza della sconfitta.
Sono un criminale ma vi prego, cercate di capire il perchè e vedere cosa sono in realtà.
Sono un'handicappata sociale, una reclusa, ma vi prego, fate in modo che la mia voglia di voi arrivi a voi.
E in sole 8 ore quelle 5 richieste d'aiuto avranno tutte, bene o male, un'inaspettata mano tesa ad accoglierle.
Già, ma poi lunedì?
Lunedì torneremo quelli che eravamo alle 7 di questa mattina, quelli che nemmeno si parlavano, quelli imprigionati in un gioco di ruolo tutti contro tutti, la fata, il guerriero, il troll, il mago, l'elfo?
Probabilmente sì, probabilmente non bastano 8 ore a darti un ruolo diverso nel mondo.
Ma possono bastare 8 ore per farti capire che quel ruolo può essere abbattuto.
Fa strano sentire di 18enni vergini, di 18enni che si scandalizzano e hanno paura della marijuana, di 18enni così "repressi", impauriti dall'ordine e dall'autorità.
Altri tempi, lo so, ma io ho rivissuto quasi tutte le stesse sensazioni si allora.
Ma Breakfast Club, film semplice, niente di che alla fine, infarcito anche di sequenze (come la prima gita fuori porta, come il ballo da sballato di Andrew) francamente del tutto insensate, Breakfast Club non è un film generazionale degli anni 80, non è il "nostro" film, Breakfast Club è, o può essere, il film generazionale di tutti, perchè avere 18anni e confrontarsi, scontrarsi e poi riconoscersi è qualcosa che travalica qualsiasi temporalità e qualsiasi società.
E Allison non aveva bisogno di "ripulirsi" perchè che fosse bellissima l'avevamo capito dal primo istante che abbiamo visto i suoi occhi.
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