Io, figlia di un "mobiliere"! Io, che scrivo dalla patria internazionale dell'arredo.
Eppure è così.
E già questo per la rubrica del giorno potrebbe bastare, no?
E invece non contenti trasmigriamo una serena domenica mattina per un paesino vicino dove fanno un laboratorio per bambini di falegnameria, tenuto da un signore valdostano, il signor Gino.
Quegli strumenti li conosco benissimo. Sono le mie madeleine, li guardo e me li sento in mano, so quanto pesano, conosco il profumo che lasciano in mano. Ma in un laboratorio, oggi, ce ne sono pochi. Grandi macchine, quelle sì, e poi sempre l'abilità di saper creare un perfetto equilibrio tra la serialità e l'estro personale.
I bambini erano felicissimi. Hanno riempito le due ore con un sacco di attività. Il trapano a colonna, martello, chiodi, sega, tutto a portata di quattrenne. Brividi? No. Gli strumenti legati in modo strategico mettevano tutti in sicurezza. Ma soprattutto la naturale abilità dei bambini nel maneggiare strumenti così "da grandi".
E' inutile. Siamo stati pensati per creare e modificare, per costruire e per distruggere.
