I miei molari, pare, presentano una quantità di cuspidi superiore alla media (e alla ragionevole necessità d’uso). Il dentista era piuttosto compiaciuto, quando me l’ha comunicato, perché è una cosa abbastanza rara, almeno per chi non vive nell’età del bronzo. Il risvolto pratico, essenzialmente, è che a quest’ora potrei essere da qualche parte a masticare senza troppe difficoltà dei piccoli rami, se avessi la mandibola ben allenata.
(Cosa che non ho, ma potrei lavorarci. Dovrei aumentare la frequenza con cui mi dedico alle foglie più esterne dei carciofi al burro)
I miei genitori sono molto orgogliosi del fatto che, a quanto sembra, io sarei tra i pochi eletti a sopravvivere ad un’eventuale estinzione di massa di tutte le specie vegetali a stelo tenero. Il che è curioso, perché generalmente non è che siano particolarmente colpiti dai miei dettagli somatici – per dire, l’altro giorno mia madre, che vive con me, è venuta nella mia stanza a chiedermi di che colore avessi i capelli.
(Se mi avesse persa in spiaggia quando ero piccola (“la bambina indossa un costumino color… ehm, un costumino”) probabilmente avrei finito per venir allevata da una colonia di granchi locali. E’ quasi sicuro che i granchi mi avrebbero insegnato a truccarmi/pettinarmi/sistemarmi più di quanto abbia fatto lei. Ha quasi cinquant’anni e mia nonna la rincorre ancora con la spazzola)
Riflettendoci, alla radice della cura tormentosa che dedico loro (vent’anni e ancora non ho capito da che parte mi faccio la riga) (ogni mattina, una sorpresa) (di solito brutta) potrebbe esserci proprio lo scarsissimo interesse della genitrice nei confronti dei miei capelli. Lei, e di questo le va dato merito, ha sempre controbilanciato prestando un’attenzione maniacale alla semina e alla coltivazione delle mie future fisime, principalmente attraverso l’ascolto forzato dei dischi di Guccini.
(Per colpa sua adesso ho il terrore di morire di parto, non guido in autostrada e ho sempre una scusa pronta casomai qualcuno mi chiedesse se voglio venire anch’io a dirottare un treno all’altezza del capoluogo di regione emiliano) (la scusa è “devo stare a casa a scoprire da che parte mi faccio la riga, mi dispiace”)
L’unica cosa che mi resta da scoprire, più come curiosità che altro, è da quale canzone in particolare mi venga la singolare angoscia che mi scatena l’esposizione alla Deep Note del THX. Poi sarò una donna libera, finalmente.
(Una giovane e sorridente Titolare, circa 2007)