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Tutti voi ne avrete le palle piene dei soliti horror triti e ritriti. Insomma, sempre le solite case deserte, i soliti tizi idioti che si fanno ammazzare apposta tanto per impedire di inquinare la specie, e tutta un'altra serie di cliché che ha contribuito a rendere questi film tutti uno uguale all'altro. Con magari un sacco di pretese da questi nuovi registi di un'autorialità forse inesistente (o esistente solo nelle loro teste) che finisce per farli diventare il più ridicoli possibili. Io poi avrei pure l'idea di un horror tutto mio, dove viene perpetuata una strage durante una riunione di condominio, quindi ecco che viene in gioco pure un certo realismo a là Kubrick, tiè! Insomma, già dal promettente trailer (ma io non mi fido delle pubblicità da quando, da piccolo, scoprii che il pupazzetto di Buzz Lightyear non lanciava veramente i laser) questo film mostrava un segno dell'imminente dominio di tutti i cliché tipici, ma nell'internetto tutti sembravano parlarne estremamente bene. E dato che è un bel po' che recensisco solo film vecchi, mi sembra doveroso informare quei quattro gatti che mi seguono di cosa sta uscendo al cinema. Insomma, faccio pure del volontariato, che volete di più?
Una famiglia come ogni anno si riunisce per festeggiare, stavolta in una casa isolata che il pater familias sta restaurando. Peccato però che la loro festa sarà interrotta da tre assassini mascherati decisi a ucciderli.Il film inizia con due che ciullano, e già questo basta ad attivarti i neuroni. Specie perché lei è anche abbastanza carina e se ne va con le tette al vento per tutta la durata del prologo iniziale. Interviene poi la famiglia protagonista, ci vengono mostrati tutti i componenti coi rispettivi partners e poi, dopo che si è compreso il carattere di ognuno, il massacro ha inizio. Il primo ad andarsene è guarda caso Ti West, regista di horor a basso costo che qui interpreta proprio... un regista underground! Piccolo spoiler (ma siamo appena a quindici minuti dall'inizio) ma che andava annotato per segnalare questa piccola sottigliezza molto autoironica. Il film comunque inizia ad entrare nel vivo dell'azione, mostrando questo sadico gioco del gatto contro il topo senza esclusione di colpi. E devo dire che ci riesce anche bene! Il tutto è diretto con mano sicura da Adam Wingard che, senza voler ricercare alcuna autorialità, dirige un film solido dove il manierismo è sostituito a una ricerca del realismo davvero ben fatta. Le persone muoiono come dovrebbero, con tanto di effetti schifiltosi e momenti da gran guignol, con un senso della violenza tale che ha fatto la gioia di un sadico bastardo come il sottoscritto. Peccato però che il regista forse non aveva le idee ben chiare, perché dopo un inizio simile si va a cadere nel grottesco, con una serie di trovate quasi comiche che però a lungo andare finiscono per far ridere involontariamente, non riuscendo a trovare una forma precisa che possa dare un poco di coerenza al tutto. Ma non è mai nulla di particolarmente disturbante o fastidioso, e il film prosegue con un ritmo ben sostenuto (complice anche una durata relativamente breve, un'ora e mezza) e un comparto visivo di tutto rispetto, coadiuvato da una fotografia niente male che favorisce appieno il paesaggio notturno. Anche le musiche (che hanno avuto tre-dico-tre compositori) fanno la loro porca figura, e soprattutto sul giungere della fine danno un tocco che ricorda in parte gli horror dell'Argento dei primi periodi - sì, prima che si rincoglionisse, insomma. Abbiamo quindi un prodotto ben confezionato ma che, alla fine della fiera, a fine visione non si dimostra particolarmente memorabile. Quello che non convince infatti è la sceneggiatura di Simon Barrett (anche produttore) che se riesce a creare una situazione vista e stravista ma con un twist finale di tutto rispetto, non conferisce alla pellicola quel tocco in più che avrebbe potuto rendere il tutto più memorabile. Le relazioni fra i personaggi sono quasi inesistenti, e perlopiù circoscritte in una sorta di collegamenti d'idee che nello spettatore dovrebbe risultare naturale poiché verte su cose che tutti abbiamo provato, senza contare poi che i personaggi hanno davvero un numero ridotto di battute. Battute che però non divertono, non fanno irritare e null'altro, frasi che sono messe lì per circostanza e che non aggiungono nulla al tutto, togliendo così molto a quella che poteva essere l'insieme a visione finita. E qua molti, giustamente, potranno cacare il cazzo perché ho salvato filmacci quali Sinister, La madre e Il cavaliere oscuro - il ritorno per il mero fattore visivo, ma va puntualizzata una cosa: qui avevamo a che fare con un uso delle immagini e della sequenzialità davvero degno di nota e ben fatto, un qualcosa di miracoloso. In questo caso pur restando su buoni livelli, siamo semplicemente sul 'ben fatto', il tutto rimane nella norma e non apporta miracoli. Ma una sceneggiatura non all'altezza, ricordo, mi ha fatto bocciare un film visivamente stupendo come Stoker, ergo...Un finale beffardo fa fare l'ultimo salto sulla poltrona per quello che, nonostante tutto, si dimostra un horror più che godibile, da prendere per quello che è senza troppo impegno.Voto: ★★½