You say nai, I say oxi

Nell’ultimo viaggio a Parigi fatto con la mia amica Silvia, ho riflettuto su alcune casualità occorse con la lettura di un libro di Vincenzo Cerami, Amorosa presenza.

Adesso che tutti dicono la propria opinione sulla Grecia, sulla crisi, sull’Unione Europea, sul debito, sul dibattito #cancellaildebito che se si fosse tenuto oggi avrebbe avuto sicuro un hashtag, io e il bel Gabriele, inconsapevoli all’epoca della prenotazione aerea dei casini cui andavamo incontro abbiamo prenotato dal 9 al 13 luglio un fine settimana ateniese, per andare a cercare fumetti ma anche per visitare la culla della civiltà occidentale, senza tanta retorica. Volevo quasi tornare a casa dai miei a recuperare i libri di epica e di letteratura greca, giusto per rinfrescare la memoria; ma mi accontento della mia fida Guide du Routard, stavolta comprato in francese perché in italiano non le fanno più​.

Non spero, andandoci, di capire che diamine stia succedendo, né di propinare a chiunque predicozzi sul debito, su quanto stia sulle palle la Merkel o quanta ragione tenga, o su come sia un cretino, o un genio, Tsipras; dubito di avere le competenze per giudicare chi abbia ragione e chi no, o se il torto sta da tutte le parti e la ragione anche, e che tutto è relativo e blablabla.

Però capire meglio come vivono queste persone, che sono le prime vittime di tutto questo casino, questo sì che mi interessa. Di indagarlo attraverso le piccole cose di ogni giorno, gli orari di pranzi e cene, ma perfino con la ricetta della moussakà, ma anche svenendo al sole cocente pur di ammirare il Partenone.

Ecco, per una volta divento fatalista e ringrazio il destino di avermi resa libera di viaggiare, di conoscere, di toccare con mano quello che tutti gli altri vogliono raccontare. E anche di aver fatto una facoltà piena di persone venute da altrove, che mi permette di andarle a trovare ogni volta.