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Trama: ad un ex direttore d'orchestra ormai in pensione viene chiesto di tornare in servizio per la festa di compleanno del re Filippo di Edimburgo, consorte di her majesty Elisabetta. L'uomo, in vacanza in Svizzera con la figlia e l'amico regista, non vuole però riprendere l'attività che lo ha consacrato ad imperitura fama...
Non so se faccio bene a pubblicare un post sull'ultimo film di Sorrentino. Il mio problema è che, davanti al cinema "d'autore", comincio sempre la visione con l'atavico terrore di non capire nulla di quello che sto vedendo e di uscire dal cinema con un senso di delusione mentre tutti gli altri attorno a me piangono, deliziati dalla visione appena conclusa. Insomma, mi sento come Rat-Man quando fa le sue incredibile ed ignoranti figure barbine. Nello sforzo di capire quello che sto vedendo, di cogliere il significato di immagini che andrebbero semplicemente vissute e non ridotte a termini semplici che anche il mio cervelletto potrebbe comprendere, mi rendo conto di perdere molto del film e purtroppo questo è successo con Youth - La giovinezza, che ho guardato avvinta da una soverchiante sensazione di ansia. Colpa de La grande bellezza, certo, perché la visione di This Must Be the Place invece non era stata così travagliata, anzi, me lo ero goduto con una buona dose di allegria. Quindi, sarebbe il caso di scrivere un post dopo un'eventuale seconda visione di Youth, così da riuscire a offrirvi qualcosa di intelligente, ironico, emozionante e colto come l'ultimo film di Sorrentino. Però.. per una volta perché non provare a rendervi partecipi solo di un paio di pensieri semplici, come quelli che ci siamo scambiati con l'amico Toto fuori dal cinema? D'altronde, il Bollalmanacco era nato come una serie di SMS, quindi...
Innanzitutto, Youth - La giovinezza ha una colonna sonora bellissima. E' questo che mi ha colpito più di tutto il resto. Ho cominciato dondolando la testa e canticchiando tra me le note di You've Got the Love, ho continuato trattenendomi dal ballare come un'idiota al ritmo di She Wolf (Fallin to Pieces, non quella di Shakira) e ho finito piangendo commossa davanti alla voce meravigliosa della cantante Sumi Jo, accompagnata dalla splendida, evocativa colonna sonora di David Lang. La musica è indispensabile per vivere e "sentire" Youth e ogni singolo brano si adatta alla perfezione alle immagini di Sorrentino.
A differenza di quello che era successo con La grande bellezza ho provato subito empatia verso il protagonista. Non lo so se è perché la mia ipocondria congenita mi sta già facendo sentire più vecchia di quello che sono ma in molte parole sue o dell'amico Mick mi sono riconosciuta. E ho paura del momento in cui non riuscirò più a ricordare i gesti e le voci dei miei genitori, di non riuscire più a dare valore a dei piccoli gesti gentili perduti nel tempo, magari cancellati da preoccupazioni, rancori e dolore. Non penso che Frank sia un uomo cattivo, semplicemente è un uomo che ha sbagliato molto e che non ha dato il giusto valore alle cose quando ne ha avuta l'occasione. Per la durata del film però gli ho voluto bene e ne ho voluto anche di più a Mick, così sereno e disponibile con gli altri e così fragile, alla stupenda Lena (Rachel Weisz e la sua dolorosa invettiva mi hanno ipnotizzata) che cerca di ricostruirsi una vita, al caustico Jimmy, alla bella ed intelligente Miss Universo (campionessa mondiale di STACCE™) e persino alla "divina" Brenda Morel. A proposito, chissà se è giusto costruire un'amicizia fatta solo di cose belle, come dice Mick, o se è meglio una brutale, assoluta sincerità? Anche se a questa importante domanda non è possibile dare risposta è stato bello riflettere assieme a Sorrentino, Caine e soci su questa e altre cose fondamentali come il desiderio, la vecchiaia, la giovinezza (ma che cos'è poi 'sta giovinezza? Uno può essere giovane tutta la vita!!), la libertà e i mille, personalissimi modi di intendere e dimostrare amore.
E comunque, tornando al discorso dell'inizio, non è vero che sono stata tesa tutto il tempo. Davanti a certe immagini e a certe sequenze il cervello si libera automaticamente dall'ansia, non vuole più capire ma solo meravigliarsi, sorridere o commuoversi. Come quando la cinepresa di Sorrentino decide di tenerci in sospeso e giocare con noi: il monaco sta levitando oppure no? Ecco, la sequenza del monaco è una delle più belle che abbia visto in vita mia. E da persona semplice quale sono, ho amato il fatto che ad ogni immagine di "vecchiaia" se ne accostasse una di giovinezza, il modo in cui la regolarità della vita nell'albergo venisse riproposta in sequenze quasi ripetitive, dal ritmo altrettanto lento e regolare, ho adorato i giochi di sguardi che valgono più di mille parole, quel trashissimo video da incubo che arriva a spezzare la tranquillità del sonno di Lena, l'idea che la natura possa essere "guidata" dalla mano ancora capace di un direttore d'orchestra e con tutto questo ho apprezzato altre mille, emblematiche immagini che vi lascerei il gusto di scoprire. Più di tutto, però, ho amato lo sguardo di quell'elegante e meraviglioso signore che risponde al nome di Michael Caine: l'ho amato nella durezza con cui decide di confrontarsi con un passato doloroso (se fossi stata Sumi Jo forse sarei morta sotto uno sguardo così diffidente ed inquisitorio...), nelle lacrime che lo portano infine alla consapevolezza di sé, l'ho amato persino nella sua tanto conclamata apatia. Uno sguardo che, facendosi di ghiaccio, prova a rifiutare il mondo e ad impedire che le braci di una vita ancora desiderosa di esprimersi tornino a bruciare a tempo di musica. Una musica splendida che vorrei sentire ancora, e ancora, e ancora. Anche se forse non sarò mai in grado di apprezzarla e capirla come dovrei.
Del regista e sceneggiatore Paolo Sorrentino ho già parlato QUI. Di Michael Caine (Fred Ballinger), Harvey Keitel (Mick Boyle), Rachel Weisz (Lena Ballinger), Paul Dano (Jimmy Tree) e Jane Fonda (Brenda Morel) ho parlato invece ai rispettivi link.
Chloe Pirrie, che interpreta l'unica donna nel gruppo degli sceneggiatori, aveva partecipato alla serie Black Mirror, più precisamente all'episodio cult The Waldo Moment mentre Madalina Diana Ghenea, che interpreta Miss Universo, aveva già partecipato a Dom Hemingway e (poverina!) I soliti idioti; sono "vere" invece le cantanti Paloma Faith e Sumi Jo quindi se volete potete andare sul Tubo ad ascoltare alcuni loro brani. Detto questo, se Youth - La giovinezza vi fosse piaciuto recuperate La grande bellezza, This Must Be the Place e magari anche Quartet. ENJOY!
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