Ragona ci trascina nella scia del suo amore e della sua nostalgia di un qualcosa forse più immaginario che reale: una suggestione metastorica che richiama immancabilmente quella della mitteleuropa e che, al di là di un’innegabile languore non privo di fascino, sembra volersi fermare alla superficie delle cose. Forse anche perché la profondità delle ferite che incontriamo è tale da scoraggiare qualsiasi approccio diverso dallo rievocazione e dal tentativo di instaurare una familiarità basata più sui sentimenti che su una rivisitazione critica degli eventi.
Fra una degustazione enogastronomica e l’altra, Ragona cerca indizi che dicano che la guerra non sia stata una rottura definitiva. Ma, alla fine, le testimonianze presenti in queste pagine convincono che il confronto su quegli eventi è ancora lontano. La Yugosfera resta un’idea sospesa nel vuoto, una luna da baraccone a cui riferirsi per spendere un po’ di sentimentalismo.
Abbiamo parlato di:
Yugoland
Andrea Ragona, Gabriele Gamberini
Becco Giallo, 2012
160 pagine, brossurato, colori – 16,00 €
ISBN: 9788897555308
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