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Ma il suo talento di innovatore nella moda risplenderà e risplende ancora oggi....
Il biopic non è mai un genere facile da affrontare perchè letteralmente stracolmo di trappole: difficile trovare un equilibrio per non realizzare una semplice agiografia, oppure fare il contrario, distruggere la figura che si vuole narrare , raccontandone soprattutto gli aspetti più nascosti e scivolando irrimediabilmente nel puro e semplice gossip da quattro soldi.
Yves Saint Laurent di Jalil Lespert, giovane attore che ha già una sostanziosa carriera alle spalle mentre da regista è al terzo lungometraggio, cerca quasi ossessivamente questo equilibrio tra pubblico e privato in un continuo gioco di contrappesi.
Anzi in questo biopic pur non tralasciando le principali tappe della carriera dello stilista, si guarda con attenzione soprattutto a quello che si nasconde dietro l'artista ma sempre mantenendosi a debita distanza, senza giudicare o mettere in campo moralismi di sorta.
E Yves Saint Laurent in questo senso è una specie di pozzo di San Patrizio: talento incommensurabile ma anche una pericolosa tendenza alla depressione e alla crisi esistenziale come detto prima, il suo successo è direttamente proporzionale alle ombre che si addensano nel suo animo sensibile profondamente turbato da tutto quello che gli succede attorno.
Il merito di Lespert è quello di non nascondere gli aspetti più nascosti della vita di Yves Saint Laurent, le lunghe pause ristoratrici, il suo essere vittima di droghe in un certo periodo della sua vita, la sua fragilità quasi imbarazzante e proprio per questo da tenere nascosta al pubblico.
E qui sta il ruolo del compagno della sua vita, Pierre Bergè che ha saputo sempre proteggere il suo Yves da tutti gli attacchi esterni , consapevole di avere a che fare con uno Swaroski che poteva spezzarsi definitivamente anche con un solo alito di vento in un'epoca in cui non era nemmeno facile ammettere di essere omosessuali.
Se Yves Saint Laurent ha creato per tutta la sua vita, se ha lasciato una traccia indelebile nel mondo della moda con il suo talento e il suo estro, probabilmente lo dobbiamo a lui perché da solo lo stilista si sarebbe ben presto perduto dietro ai suoi fantasmi.
Il film di Lespert non ha il lume della genialità ma è una trasposizione solida , ben ambientata e confezionata e soprattutto ben recitata da un gruppo di attori che riescono a donare le giuste sfumature ai loro personaggi.
Nel caso del protagonista Pierre Niney c'è anche una somiglianza fisica impressionante che aiuta parecchio.
Yves Saint Laurent è l'ennesima conferma che dietro a un grande uomo c'è sempre qualcosa: in genere si dice che ci sia una donna.
Nel caso dello stilista francese c'è un altro grande uomo.
( VOTO : 6,5 / 10 )
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