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Zadie Smith su Jeff Buckley

Da Silviapare
Zadie Smith su Jeff Buckley"Quando, in occasione del loro venticinquesimo anniversario, Jerome aveva fatto ascoltare ai suoi genitori una versione eterea di Hallelujah, molto più bella dell'originale, cantata da un ragazzo di nome Jeff Buckley, Kiki aveva pensato: sì, è giusto così, i nostri ricordi diventano ogni giorno più belli e meno reali. E poi il ragazzo era affogato nel Mississippi, ricordò ora Kiki, sollevando lo sguardo dalle proprie ginocchia al quadro appeso dietro la poltrona vuota di Carlene. Jerome aveva pianto: le lacrime che si versano per qualcuno che non hai mai conosciuto e che ha fatto qualcosa di bello, qualcosa che hai amato disperatamente."Zadie Smith, Della bellezza, traduzione di Bernardo Draghi


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