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Recensione: Chelsea & James di Giuseppe Cozzo

Creato il 27 maggio 2015 da Coilibriinparadiso @daliciampa

In ritardo pubblico questa recensione, ma meglio tardi che mai :D Spero che sia riuscita ad esprimere al meglio ciò che pensavo perché avevo davvero tanto da dire! 

Chelsea & James

  • Titolo: Chelsea & James

  • Autore: Giuseppe Cozzo

  • Data pubblicazione: 26 Febbraio 2015
  • Pagine: 194
  • Genere: Romantico, Avventura
  • Trama: Nel tentativo di perseguire il proprio personale senso di giustizia, due ragazzi cercano di fuggire da un ingombrante passato, che li condiziona fortemente. La moralità, immancabilmente relativa, viene messa in discussione, mentre un viaggio li porterà via dalla zona in cui hanno imparato a soffrire. Scopriranno che allontanarsi da un luogo è possibile, ma prendere le distanze dalle proprie vite è un obiettivo che può essere raggiunto solo conoscendo sacrifici forse insopportabili.

Opinione personale:

Innumerevoli volte vi ho detto “Dalla trama mi era sembrato bellissimo, ma poi…”, non voglio dire che questa volta sia stato il contrario, ma quasi. La trama mi aveva sì interessata, perché prospettava qualcosa di diverso, ma allo stesso tempo mi aspettavo che la storia fosse noiosa, complessa ma noiosa. (Forse questa è una delle cose da non dire in una recensione, scusatemi :D).
Ad ogni modo, era solo la trama ad essere complessa e noiosa, cioè contorta: che se poi la vai a rileggere quando hai finito il libro la capisci pure, ma all’inizio non molto. Chelsea & James è la storia di James e Elidh, nome che a me era sembrato carino, ma che ai protagonisti sembrava orrendo, e così hanno deciso di usare il suo secondo nome. James all’inizio del libro si trova di passaggio nel paese di Chelsea, ma ne partirà con l’amore della sua vita al suo fianco. Il libro è la loro fuga: di James da un mondo opprimente che non gli lasciava via d’uscita, da un uomo che forse gli voleva bene in un modo troppo contorto; e di Chelsea, che vede in James la sua via di salvezza, il suo compagno che le sgraverà il peso da portare sulle spalle. Perché per me James è stato la furia determinata che travolge Chelsea, le sconvolge la quotidianità, la convince ad aprirsi e poi a seguirlo. E Chelsea per me è stata un bocciolo già pronto, che aspettava solo lui per aprirsi, per allontanarsi da quel mondo che non le permetteva di vivere davvero e che era davvero troppo per un ragazza come lei. Ma è anche un mondo che l’ha resa ciò che è, così simile a James, complementari e simili allo stesso tempo.

È meglio chiedere il perdono, che il permesso.

Ecco, i personaggi mi sono parsi così: destinati a stare insieme e a lottare insieme. E poi questa loro storia, che è preponderante, la protagoni

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sta del romanzo, non oscura il resto: non impedisce agli altri personaggi di caratterizzarsi, anche se con poco spazio, come forse è giusto che sia. Sapete che io amo i personaggi verosimili, numerosi e belli (lo dico forse troppo spesso) e in una storia come questa capisco che il ruolo da protagonisti lo svolgano loro: ma sono stata felice di trovare tutto uno sfondo di persone quasi vere, che si muovevano bene, che avevano delle storie, che influenzavano gli eventi a modo loro: Gloves, l’ostaggio, anche il capo di Chelsea nelle prime pagine.
Ho amato poi questo aspetto di romanzo di formazione, che vede crescere i personaggi e soprattutto li vede avvicinarsi: odio quando due sconosciuti riescono, nei libri, ad essere una coppia perfetta dopo sole venti righe. Qui è stato un salire costante, fino davvero all’ultima pagina, un evolversi di un rapporto. Ci sono state le incomprensioni, che hanno messo in luce tante similitudini ulteriori tra i due, le gioie, lo stupore di capirsi alla perfezione, il coraggio di aprirsi e raccontarsi di James, che non ci riesce subito.

I fiori possono essere difficili da identificare e comprendere, quando sei cresciuto in mezzo ai coltelli.

Ecco, questo la dice lunga su quanto ognuno sia caratterizzato bene, a pennello. Ma James è così sin dall’inizio con il suo fare circospetto e investigativo, con il senso dell’avventura e della cautela, ma poi catturato da qualcuno a cui non saprà resistere.
Poi c’è il grande tema ingombrante: quello che si legge sulla quarta di copertina e sulla trama qui su, quello che vi ho detto che forse non capirete se non leggete il libro. Senso di giustizia, morale, moralità, leggi…be, c’è molto su cui riflettere. Chelsea e James rubano, prendono ostaggi, si stabiliscono in case altrui e vanno anche molto oltre. Io non posso raccontarvi nulla, ovviamente, ma posso dirvi che se ho ritardato così tanto la recensione è stato anche per r

gun
iflettere, tanto che ora apprezzo il libro molto di più di quando lo avevo appena finito. Il finale lo ho amato, imprevedibile, elaborato e perfetto. Tant’è che magari dici “No, è impossibile, non ci credo!”, ma subito dopo capisci che non poteva andare altrimenti, che quello si incastrava troppo bene con tutto il resto. Però, però, però, tutte quelle vicende ambigue, quel discorso di agire per la propria morale, nonostante non sia giusta, e quindi andare contro principi che sono universalmente riconosciuti, ecco, tutto questo mi ha portato a screditare un po’ i personaggi. Sono sì completi e perfetti come personaggi, ma come persone sono strane: sono forse frustrati, oppressi per troppo tempo, o ingenui. Credono quasi di fare il giusto, quando in realtà è palesemente sbagliato. Non so, non so spiegare. Credo che dobbiate leggere. Vi assicuro che vi darà tantissimo su cui riflettere.

L’attenzione che il genere umano riserva alle tragedie è preoccupante.

Se devo essere sincera ho trovato qualche difficoltà ad ambientarmi con lo stile, è praticamente perfetto, ma semplicemente all’inizio non mi sembrava scorrevole, forse un po’ troppo sofisticato: ma con poco mi sono abituata, probabilmente perché la trama incatena così tanto che allo stile non ci si fa caso.

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Se vi posso dare un consiglio, che di solito non do, è quello di leggere il finale del libro ascoltando Hallelujah cantata da Jeff Buckley: a me è capitato per caso, ma l’ho trovata bellissima in quel contesto (non che non sia bellissima di suo).
E poi una precisazione, tre cuori/tre cuori e mezzo era il voto che avevo dato non appena ho finito la lettura, volevo cambiarlo adesso in quattro cuori, perché dico sul serio quando dico che qualche giorno di riflessione è indispensabile, ma ho lasciato perdere perché non è mezzo punto a fare la differenza, e tre cuori e mezzo vuol dire mi è piaciuto, molto.

Ma il vero inferno sarebbe arrivare nell’altro mondo senza riconoscere Chelsea, e non già bruciare nel fuoco eterno.

E poi conta tutto questo che ho scritto finora. Conta che è stata una lettura complessa e molto spesso è difficile dare un voto selettivo a cose difficili, scusate il giro di parole, ma è più semplice e più utile parlarne. Conta che leggere serve ad arricchirci prima di tutto, e se qualcosa ti fa riflettere, indubbiamente ti sta arricchendo, e conta anche che essere contraria a molte cose che trasparivano dal libro mi ha un po’ influenzata.
Leggetelo vi prego! Forse non è molto conosciuto, ma trovarlo e comprarlo è semplice e vi assicuro che ne vale la pena e che avremmo bisogno di più opere di questo genere, che toccano anche i temi più delicati, senza essere polemici o banali.
E poi ho bisogno di qualcuno con cui parlare della fine di questo libro <3"><3"><3

“A me piace il modo in cui mi fai sentire, ma forse mi consideri un po’ troppo. Come se non ci fossero altre donne. Come se davvero mi avessi scelto tra tutte loro.”
“Come se mi avessi dato tutto ciò che avrei mai potuto desiderare?”
Lei sorride.

Il mio voto:

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L’autore:
Roberto Giuseppe Cozzo: è un giovane scrittore ventitreenne. “Chelsea & James” è la sua opera d’esordio. È attivo su Twitter e Facebook, e gestisce un blog personale a suo nome. Sta lavorando al prossimo romanzo, che verrà pubblicato nell’autunno del 2015.


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