Malumori questa mattina a Fanzolo di Vedelago, in provincia di Treviso, durante l’inaugurazione di una scuola elementare, cui ha fatto gli onori di casa il nuovo governatore del Veneto, Luca Zaia. Zaia, arrivato alla cerimonia della nuova scuola primaria, ha preteso di sostituire l’esecuzione dell’inno italiano, meglio conosciuto come “Fratelli d’Italia”, con “Va Pensiero” di Verdi (notizia riportata dal quotidiano La Tribuna), molto amata dal leader della lega Umberto Bossi.
Il fatto ha fatto andare su tutte le furie la direttrice dell’ufficio scolastico regionale, Carmela Palumbo, che si sarebbe riservata di denunciare l’accaduto all’assessore regionale, Elena Donazzan.
Il ministro della difesa, Ignazio La Russa, ha commentato il comportamento del governatore Zaia “Un fatto grave”, sottolineando “non spetta ad un governatore far sostituire l’inno italiano”.
Mentre il collega , Andrea Ronchi, ministro delle politiche comunitarie, sdegnato ha parlato di “oltraggio alla nazione”.
Zaia tuttavia smentisce l’accaduto: “Non sono intervenuto sul programma della manifestazione, l’Inno di Mameli è stato regolarmente cantato dal coro al momento del taglio del nastro.
Credo che queste precisazioni siano utili per chiudere definitivamente una polemica che non aveva e non ha ragion d’essere”.
Alcuni presenti alla cerimonia inaugurale, hanno testimoniato che l’inno di Mameli è stato eseguito solo, nel momento in cui Luca Zaia stava visitando il nuovo plesso scolastico. “L’applauso al termine dell’Inno di Mameli ci è stato fatto dai pochi rimasti” ha dichiarato il direttore del coro, Marco Titotto, “tra questi non ho visto il presidente Zaia”.
Il maestro ha riferito che ai canti di un gruppo di bambini sono seguiti i discorsi pubblici, tra cui quello del presidente Zaia. “Al termine, abbiamo cantato il Va’ Pensiero come ci avevano detto. Finita l’ esecuzione, il Governatore, il sindaco e le altre autorità si sono incamminate verso la scuola dove c’è stato poi il taglio del nastro. Dalla posizione in cui ci trovavamo noi, vedevamo poco. Ho solo intravisto la coda finale del gruppo di persone che era già entrata per visitare la scuola. A quel punto ho dato il là per l’Inno nazionale, ricevendo alla fine un applauso solo da quelli che erano rimasti fuori”. Ha dichiarato il maestro Titotto.
(fonte)
Se questo è quello che fanno in pubblico, cosa faranno mai quando non sono nè visti nè ascoltati...
Voglio delle istituzioni che rispettino le istituzioni, uno stato che rispetti se stesso...