Poi ci si stupisce se la gente non riesce più a sopportare la politica e i politici.
Domenico Zambetti è un simpatico signore di cui abbiamo già parlato; militava nelle file del Pdl ma in questo caso l'appartenenza politica c'entra relativamente poco.
Nell'Ottobre del 2012 viene arrestato con l'accusa di voto di scambio con l'ndrangheta e concorso esterno in associazione mafiosa, secondo i pm avrebbe pagato 200 mila euro in cambio di 4000 voti.
Visto che potrebbe non essere abbastanza aver macchiato il nome della Lombardia all'estero e aver facilitato l'infiltrazione di un associazione mafiosa all'interno dell'organo legislativo regionale, per i cittadini lombardi oltre al danno si concretizza la canonica beffa.
Lo Zambetti, per i servigi resi durante le sue tre legislature, ha il diritto di ricevere una "buonauscita" dell'ammontare di ben 268 mila.
Cifra erogata all'inizio di quest'anno e che l'ex assessore aveva anche l'arroganza di pretendere come soldi dovuti: in un intercettazione si sente discutere con sua moglie dell'operato del suo avvocato, reo ,a suo dire, di non star facendo abbastanza per fargli ottenere "quanto gli spetta".
Quanto gli spetta...
Il senso della vergogna questo sconosciuto.
La Lombardia avrebbe potuto fare qualcosa per impedire il pagamento? Probabilmente il problema non se lo sono neanche posto, seguendo il principio per cui oggi tocca a lui magari domani toccherà a noi.
Nessuno ha avuto niente da obiettare, nessuno politico, nessun noto esponente di maggioranza o opposizione. Come se pagare quasi 300 mila ad una persona che violava i principi democratici, imbastendo brogli elettorali oltretutto con l'appoggio del diavolo fosse la cosa più normale del mondo.
Pagargli la buona uscita non è un cavillo economico, non è una notiziola di normale mala-italia.
E' uno sfregio, puro e semplice. Uno sfregio nei confronti di chi le mafie le combatte tutti i giorni e per questo riceve un normalissimo stipendio e una pacca sulla spalla; uno sfregio per quei cittadini a cui si chiede di essere onesti e retti, di rispettare le regole, di pagare le tasse e poi con quelle tasse viene pagata la pensione ad un criminale che delle regole se n'è sbattuto altamente.
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Chi ha detto che il crimine non paga evidentemente non conosceva i politici.