Javier Zanetti, nei panni di dirigente dell’Inter durante un’intervista rilasciata al Corriere dello Sport , parla del calciomercato, degli obiettivi, della sua vita e di allenatori che si sono seduti sulle panchina nerazzurra.
OBIETTIVO EUROPA – “Non abbiamo tante alternative: dobbiamo provare a vincere le prossime 4 partite e poi vedere quello che succederà. Il calendario non è facile ma è necessario crederci. Quella contro la Lazio sarà una partita difficilissima perché la formazione di Pioli sta disputando un campionato fantastico e sta mostrando grande continuità”.
DOPO AVER APPESO LE SCARPETTE AL CHIODO – “Ho ancora la fortuna di lavorare per l’Inter, di rendermi utile in questa fantastica società che è diventata la mia famiglia. Quando sono arrivato qua da ragazzino, non pensavo di fare tutto quello che ho fatto e ringrazio Moratti e Thohir per i grandi momenti che mi hanno permesso di vivere. L’emozione del ritiro della mia maglia lunedì è stata solo l’ultima di una lunga serie di notti da ricordare”.
SCUDETTO JUVE E CALCIOPOLI – “Quanti sono gli Scudetti secondo me? Calciopoli è una pagina tristissima del calcio italiano, ma sono passati ormai diversi anni. In questo periodo sono state dette molte cose, ma la verità è sotto gli occhi di tutti. Anche se qualcuno vuole far finta di perdere la memoria… Il calcio italiano da allora è ripartito ed è giusto pensare al futuro. Noi siamo fieri e orgogliosi della nostra storia, come la Juve è fiera della sua. Di certo, però, non si può far finta che non sia successo niente”.
Parlando di allenatori:
MOURINHO – “Se devo ricordare José, preferisco raccontare come si comportava con il gruppo, il senso di appartenenza, le cose positive che ci ha trasmesso. Abbiamo fatto cose straordinarie. E’ un vincente, ti dice le cose in faccia senza problemi. Cosa ci ha detto negli spogliatoi prima della finale di Champions League contro il Bayern? Che avevamo fatto un grande sforzo per arrivare lì, ma che mancava ancora l’ultimo scalino per restare nella storia del calcio italiano. Ci guardò in faccia e ci spiegò che per molti di noi quella poteva essere l’ultima opportunità e che non potevamo sbagliarla”.
BENITEZ – “Con noi Benitez è stato sei mesi e abbiamo vinto 2 trofei. La stagione non è stata buona sotto il profilo degli infortuni, ma si rendeva conto di essere in una grande società. Dopo il Mondiale per club si poteva fare qualcosa di importante se fosse rimasto. Magari avrebbe vinto altri trofei”.
MAZZARRI – “Avrei smesso anche con Mancini in panchina. Per le scelte di Mazzarri ho sempre avuto rispetto, anche se mi sarebbe piaciuto giocare l’ultimo derby”.