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Zanolli, golfista bendato che non colpisce la pallina

Creato il 12 novembre 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Spiace vedere un direttore di giornale barcamenarsi così, ma lo Zanolli non può può essere stato nominato “a sua insaputa” e neanche giocare a golf con la benda sugli occhi. Troppo difficile. Allora perché insiste? Perché vuole conculcare nei lettori del cartaceo il germe del senso di colpa? Nelle sue condizioni di direttore arvediano, come fa a parlare liberamente di ambiente? Viene in mente la scena in cui Ugo Tognazzi sta annegando, e di fronte al ragazzo che sta in barca e lo osserva incuriosito grida: “Aiuto, sto annegando…. sono un ingegnere!”. A sua volta il direttore dell’Arpa Giampaolo Beati, nominato com’è da politici formigonici, come fa a essere indipendente? Non solo lui, ma tutto il sistema delle nomine politiche negli enti che dovrebbero essere indipendenti non funziona.

Stiamo annegando nell’inquinamento legale. Difendere un singolo industriale (Arvedi) o fare di lui il solo caprio espiatorio non serve. Le anguste vedute provinciali non aiutano. Sarà meglio semmai promuovere qualcosa di meglio della finta cecità di Perri. E’ vero che il gas di scarico dei veicoli (grossi tir industriali, autoarticolati, autotreni, autocisterne industriali, camion industriali, trasporti eccezionali industriali, automobili di poveri operai pendolari e impiegati, Suv degli imprenditori ecc. ecc.) fa molto male, ma la è colpa è di tutti o di chi ha governato così male da non rendersi conto che l’eccesso di produzione della Fiat, tanto per cominciare, avrebbe causato problemi? Nel dopoguerra la Dc non ha dato indicazioni alla Fiat di Valletta, la quale aumentava continuamente la produzione per interesse aziendale. Il petrolchimico? Ma che grande idea! Il sistema ferroviario? L’alternativa alla mobilità privata a petrolio e inquinante? Nulla. Dopo decenni di vuoto sulle politiche ambientali pare strano mettere la croce sulle spalle dei cittadini per scagionare l’inquinamento industriale, solo perché non risulta un inquinamento dell’aria da parte della Tamoil. Non esiste l’inquinamento industriale? A Mantova esiste. A Taranto esiste. In tutta la Val Padana esiste. A Cremona no perché l’ingegnere affoga!

Chi chiede attenzione all’ambiente non ce l’ha con le imprese (si tratta si sopravvivere su questo pianeta, non di aver ragione gli uni contro gli altri), ma con le ciminiere che emettono nanoparticelle letali, secondo la teoria mai confutata del prof. Montanari. Altre imprese possono sorgere e impiegare manodopera sostituendosi ad impianti pericolosi. Negli Stati Uniti e in Europa si è cominciato a fare così da anni, gli esempi sono tanti. Poi ci sono stili di vita pericolosi, il fumo delle sigarette. Criticare le ciminiere invece è ideologico, equivarrebbe a criticare l’esistenza stessa delle imprese. Così, caro Zanolli, la pallina in buca non ci va.

Purtroppo le classi dirigenti non sono mai state all’altezza per prevenire un problema evidentissimo, l’inquinamento, eppure di fronte a danni enormi preferiscono residui di anticomunismo e la difesa degli avvocati, non chi guarda lontano.


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