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ZAZA' RAMEN - non solo noodle bar

Da Archcook @archcookblog
ZAZA' RAMEN - non solo noodle bar
Correva l'anno 2008, ero poco più che ventenne, quando rimasi affascinata dalla storia di Abby, in "The Ramen Girl". Le sono bastati pochi minuti trascorsi nel bistrot del ramen, gestito dal burbero Maezumi, per risollevarsi dalla sensazione di vuoto e demotivazione dei primi tempi a Tokyo, e dare un senso alla sua vita.
Ed eccomi qua, a Milano, tra le vie del quartiere degli artisti per eccellenza, nel tempio del (Zazà) Ramen. Zazà, nome giapponese del comico "Ispettore Zenigata" nella versione italiana di Lupin III, spesso ritratto con in mano un'abbondante porzione di ramen.
Metafora, condita con un pizzico di ironia, di un prodotto popolare giapponese tradotto per un pubblico italiano, come il logo, significativo nella sua purezza, rappresenta ciotola, spiga di grano, goccia di acqua.
Stesse linee guida vengono seguite nella progettazione degli spazi. Un ambiente raffinato, con arredi dal design nord-europeo firmati HAY.
Lo studio di progettazione Vudafieri Saverino Partners, ha realizzato un progetto che rispecchia con originalità la personalità del locale e contribuisce a rafforzarne il messaggio enfatizzando alcuni elementi iconici. La sensazione è quella di fluttuare nello spazio.
Il locale distribuito su due livelli, è già visibile dall'esterno attraverso due ampie vetrine. L'impatto è quello di uno spazio conviviale, luminoso, informale ma elegante nella sua essenzialità, dove l'anima poetica giapponese si compenetra negli arredi semplici, nei materiali naturali.
ZAZA' RAMEN - non solo noodle bar
ZAZA' RAMEN - non solo noodle bar
Le lampade sospensione che vanno a illuminare sapientemente la tavola, il bancone di preparazione dei piatti e libreria in ferro al piano superiore. Cucina a vista con vetri divisori, luci soffuse e ancora elementi in legno nel piano interrato.
Una versione nobilitata del tipico piatto della working class giapponese, sembrerebbe l'obiettivo dello chef olandese Brendan Becht. Figlio di una famiglia di importanti collezionisti d'arte olandesi, cresciuto dai primi anni novanta a scuola da Gualtiero Marchesi, per impreziosire le pareti del locale, si ispira al fondatore della nuova cucina italiana che rimpiazzava il centro tavola floreale con sculture.
In questo caso ci troviamo di fronte al murales di David Tremlett.
«Mio padre collezionava Pop Art e Nouveau Realisme. Poi arte concettuale e minimal, da Richard Long a Hamish Fulton. Così ho incontrato Tremlett e ora ho pensato a lui per un' opera permanente».
All'ingresso, ad accogliere la clientela, si trova un pannello di Tobias Rehberger, Leone d'Oro alla Biennale di Venezia. In collaborazione con la galleria Giò Marconi, vi sarà un turnover semestrale. Curiosi?
ZAZA' RAMEN - non solo noodle bar
Zazà Ramen
Via Solferino, 48
20121 Milano


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