Occhio ai quattro di Livorno: gli Zedded, band in attività da oltre dieci anni, sfornano un lp di tutto rispetto, il primo per giunta, intitolato proprio “Zedded”, tanto per non complicare la vita a nessuno. Undici tracce che spaziano dal funky-punk al noiz-core e molto, molto cross-over. Senza preoccuparsi di rispettare i confini tra generi e rumore, il loro groove si avviluppa intorno a basso e batteria, con una chitarra che a tratti ricorda le distorsioni di Thurston Moore e con la voce graffiante dei primi Stooges. Dichiarando fin dal primo pezzo l’origine magnetica della registrazione, grazie al gorgoglio di un nastro che apre e chiude la session, i circa 40 minuti di musica del disco passano da “Clemency”, track 2, che potrebbe ricordare la rabbia di “Eleven” dei ¡Forward Russia! (senza però le loro pause melodiche a interrompere il flusso), a “Bugatti”, track 3, che torna su ritmi meno indie e sicuramente più incazzati. Singolo prescelto dalla band, “Love Twice” si avvale di poche parole e tanto fomento, facendo ballare anche sulla sedia. Senza stare qui a tediare con la minuta di ogni pezzo, diciamo che dal primo all’ultimo riescono a mantenere la stessa ruvida irruenza delle sonorità hard-core, con qualche ululato al passato prossimo e remoto, compresa l’ultimissima traccia “Model Me”, che ricorda gli Arctic Monkeys di Humbug, anche se la miscela qui ha decisamente molto più ottano. Se la distorsione avesse un esercito regolare, gli Zedded sarebbero i suoi alfieri. In attesa di vederli dal vivo qua e là, attivissimi ovunque tranne che a Roma, potete scaricarvi il loro album dal sito ufficiale, vera dimostrazione della loro attitudine punk, che non nascondono neanche un po’.