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Zeitgest... Zeitag... Zeitung... Ein, Zwai, Dry con una scorza di limone grazie
Creato il 18 novembre 2010 da TnepdPer ragioni a me ignote, la lettura del post “Stavolta sara’ peggio del 1994, ma non sara’ l’ultima” su Stampa Libera ha depresso a tal punto un lettore da indurlo a lasciare in quella sede questo commento:
L’unica via di uscita siamo noi: http://www.thezeitageistmovement.com/ http://www.zeitgeistitalia.com/ http://www.thevenusproject.com/
Ho tentato, speranzoso, di visitare i link proposti dal lettore ma riesco ad aprire soltanto l’ultimo. Li’ ho trovato immagini futuristiche e panorami artificiali, alla Sim City per capirci. Molto belli, non c’e’ che dire, a me sembrano grandi villaggi vacanze, luoghi in cui tutto e’ perfettamente organizzato, ordinato, pulito, prevedibile.
Un altro lettore, Ruggero, ci ha dedicato piu’ tempo ed ha poi commentato:
Zeitgeist propone una società peggiore di quella orwelliana. Guardate attentamente: una società basata sulla tecnologia e l’automazione, senza denaro. E chi controlla le macchine? Mi ricorda un po’ i film Demolition man o Io Robot. Poi , tutta questa pubblicità, così facilmente come l’hanno ottenuta, in così pochi anni, tutto questo appoggio? Ancora, perché nei film documentario, ci sono immagini filo massoniche (tipo le mani che formano un triangolo con al centro l’Occhio/sole, la copertina del film con il tridente sul sole nascente, scacchiere, ecc.)? Non posso dimostrare se sia tutta una presa in giro o meno. Io no mi fido. Preferisco una società ideale in cui sono io a raccogliere la frutta che mangio.
Mi torna in mente una frase che scrissi anni fa per ragioni che ora sarebbe lungo spegare:
“La capacità previsionale aumenta al perfezionarsi dell'analisi delle variabili ed al ridursi delle stesse. Quindi, se riduciamo l'analisi a variabili conosciute in un contesto limitato, siamo in grado di prevedere il futuro. In tal caso il futuro non esiste, esiste altresì un presente in cui si realizza l'idea del futuro previsto, perciò attuale. Il futuro esiste fino a che permane almeno una variabile imprevedibile. Senza imprevisti non esiste futuro, solo un presente noioso ed un passato di rimpianti.”
Ecco, ho la sensazione che in luoghi come questo Venus Project, in cui le case sembrano astronavi all’ancora, gli imprevisti siano ridotti al lumicino, che tutto sia organizzato, ordinato, pulito e appunto prevedibile.
Ruggero accenna, nel suo commento, al film I Robot; a me e’ venuto in mente Wall-E, a quelli obesi rinchiusi su una nave spaziale divenuta una prigione, di lusso, ma a tutti gli effetti una prigione.
Detto questo, trovo sia una gran cosa che le persone fantastichino su come esser piu’ felici, meglio che fantasticare su come esser tristi. In ogni caso e’ un buon passo avanti rispetto alla passivita’ o peggio all’accettazione dell’insoddisfazione permanente a cui la societa’ consumistica ci induce. A conti fatti penso che, per credersi felici, gli adepti di questo project abbiano tutto il diritto di convincersi che quella full optional possa essere la soluzione, se una soluzione e’ possibile, se una soluzione e’ necessaria.
Pero’, diciamocelo, questo progetto Zeitag o Zeitgest mi sembra piu’ una roba per crucchi ricchi e un poco invasati, tipo un Quarto Reich dal volto umano, per intenderci.
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