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"Zeitoun" di Dave Eggers

Creato il 21 ottobre 2010 da Sulromanzo
Di Emiliano Zappalà
Zeitoun. È successo una volta in America, capolavoro nonfiction di Dave Eggers
Quando il 7 Febbraio del 2010 i New Orleans Saints si sono aggiudicati il 44esimo Superbowl battendo i miei Indianapolis Colts a Miami, un po' tutta l'America ha festeggiato e si è bagnata di un giubilo che non era affatto sportivo, ma molto più serio è profondo. New Orleans sta tornando piano piano una città normale. È per questo che si è provato a tirare un respiro di sollievo. Katrina è stata la più grave calamità naturale in termini economici della storia americana. Adesso la città quasi distrutta sta tornando ad avere un'anima. La città bagnata dal Mississippi, ritrovatasi improvvisamente metropoli fantasma, villaggio di palafitte e luogo di morte e putrefazione, desolazione e pestilenza, sta tornando se stessa.
A maggio 2010 è stato pubblicato in Italia presso Mondadori Zeitoun, l'ultimo lavoro di Dave Eggers. L'autore di You Shall Know Our Velocity, forse il suo romanzo più apprezzato (edito nel 2002 da Mondadori con il titolo Conoscete la nostra velocità) e di What Is the What: The Autobiography of Valentino Achak Deng (Erano solo ragazzi in cammino: Autobiografia di Valentino Achak Deng, Mondadori, 2007), torna al genere nonfiction, con cui nel 2000 aveva esordito pubblicando l'autobiografico A heartbreaking work of a Staggering genius (edizione italiana, L'opera struggente di un formidabile genio, Mondadori, 2001).
Il progetto di Zeitoun nasce proprio in seguito alla pubblicazione del "Voices from the storm", una raccolta di testimonianze, interviste e dichiarazioni, raccolte subito dopo l'uragano Katrina. È così che Eggers è venuto a conoscenza della storia di Abdulrahman Zeitoun e della sua famiglia ed ha deciso di farne un libro.
Zeitoun non è un romanzo e non è un saggio. Sta al limite. Lo stesso limite in cui letteratura e realtà spesso si incontrano. Su quel limite Eggers mostra di saper stare perfettamente in equilibrio. Il suo stile è secco ed essenziale eppure spietatamente poetico nella sua schiettezza. La vicenda si dipana davanti ai nostri occhi, seguendo e ricostruendo il punto di vista dei personaggi e ci mostra il vero volto della tragedia. La tempesta, l'inondazione, la città sommersa, l'odore di morte, i cadaveri galleggianti, le case distrutte, la disperazione di chi ha perso tutto, le bande armate, i presidi militari. E poi il carcere, l'arresto ingiustificato ed ingiustificabile, la violazione deliberata dei diritti da parte dell'autorità inerme ed incapace di fronte allo sfacelo. New Orleans diventa sfondo surreale ed insensato, privo di ordine e logica; un far west del XXI secolo. Vengono in mente gli scenari volutamente grotteschi ed irreali di Cecità di Saramago, di Io sono leggenda e del Processo di Kafka, con un’unica, banale, differenza; qui tutto è successo davvero. Qui tutto è reale. Zeitoun ci mostra con una freddezza a tratti brutale nella sua semplicità, un momento in cui l'America è sprofondata, è scrollata sulle sue gambe, si è trovata incapace. Un momento in cui l'ordine si è spezzato e la legge si è appallottolata su se stessa.
Ma Zeitoun è anche la storia di un ragazzo siriano riuscito a realizzarsi negli States, la cui vicenda ed il cui passato sono rievocati da frequenti "flashback". Una storia che parla anche di razzismo, fede religiosa, volontà d'animo, discriminazione. Zeitoun ci mostra tutta la grandezza di una Nazione e nello stesso momento tutta la debolezza di un popolo che non si è ancora ripreso dopo l'11 Settembre. E quella domanda che tutti i personaggi e che anche noi, inevitabilmente siamo costretti a porci, ci piomba nello stomaco come un macigno; «È successo davvero? In America?». Si è successo davvero. È successo in America. Ed a noi tutti spetta il compito di non dimenticarlo, per fare in modo che non accada mai più. È per questo che dobbiamo dire grazie a Dave Eggers. Con lui la letteratura assolve uno dei suoi compiti più importanti; tener viva la testimonianza, strappare via il velo della realtà. Apprezzerà probabilmente David Shields che a Febbraio di quest'anno ha pubblicato un saggio dal titolo Reality Hunger (Fame di realtà in italiano) in cui suggerisce ai romanzieri di abbandonare costrutti immaginari ed artificiosi per lasciare posto alla narrazione dei fatti e della realtà. In Zeitoun Eggers mostra tutta la sua bravura. Qui la realtà si piega e si contorce, rischiando quasi di spezzarsi, per toccare il racconto; ed il racconto si allarga per accogliere la realtà, inglobandola ed assorbendola. È per questo che da oggi, come dice il "New York Times Book Review", chiunque voglia parlare di quello che è successo in America durante Katrina, dovrà fare i conti con Zeitoun.
Nota a margine. Tutti i proventi del libro destinati all'autore saranno devoluti per la ricostruzione di New Orleans. Giù il cappello.

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