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Zelda insegna, il difficile è imparare - Recensione - Xbox 360

Creato il 24 dicembre 2014 da Intrattenimento

Torna sui nostri teleschermi un altro titolo basato sulla popolare serie animata di Cartoon Network

Anche chi non si potrebbe definire proprio un appassionato di cartoni animati, o non avesse Cartoon Network tra i canali preferiti, avrà sicuramente sentito parlare una volta nella vita della serie TV di Adventure Time. In onda dal 2010, si è saputa conquistare una bella fetta di affezionati grazie al suo particolare stile fuori da ogni schema e alle storie strampalate in cui Finn, un ragazzino adolescente, e il suo migliore amico Jake, un cane dotato di magici poteri come quello di potersi ingrandire, rimpicciolire o trasformare in numerose forme, vivono nella post-apocalittica terra di Ooo. Sviluppato dalla popolare software house WayForward, già autrice di mille giochi tra i quali citiamo solo i tie-in delle Tartarughe Ninja, il remake di Duck Tales, Cattivissimo Me e Spongebob, grazie alla rinnovata licenza Cartoon Network hanno potuto rimettere le mani su Adventure Time dando un seguito all'avventura già uscita l'anno scorso.

Zelda insegna, il difficile è imparare
Come ogni conversione videoludica di un successo televisivo o cinematografico, gli sviluppatori si trovano di fronte al bivio fatidico: accontentare in tutto e per tutti i fan, oppure creare qualcosa di nuovo e innovativo per espandere l'esperienza e il background della serie originale? Il nuovo Adventure Time: Il Segreto del Regno Senzanome è un gioco per lo più bilanciato su questa seconda categoria, cercando spazi inediti nei quali muoversi, trame narrative nuove ma con un gameplay avventuroso molto attinente al cartoon. Fin dalla prima schermata di gioco appare fin chiaro quali siano le sue fonti di ispirazione. La tipica visuale a volo d'uccello, i cuoricini in alto a sinistra a ricordarci quanta energia abbiamo, una piccola spadina in mano e tanti cespugli da tagliare per cercare item nascosti. Cosa vi ricorda? I meno giovani e gli appassionati di retrogaming faranno un salto dalla sedia, è proprio The Legend of Zelda. In tutto e per tutto, in una forma in bilico tra l'omaggio e lo spudorato plagio. Plagio che non sarebbe poi nemmeno un fattore così negativo, visti i tanti punti di forza della saga Nintendo, anche se il senso di deja vu e le generali pecche di Adventure Time ci fanno presto rimpiangere l'originale dal quale prende a mani basse. Adventure Time è un action adventure con elementi da gioco di ruolo, disegnato con uno stile cartoon che richiama vagamente gli anni '80 grazie ai grossi pixel del personaggio e i colori accesi delle texture, appena accennate e molto semplici anche se tutto il background è in alta definizione come la maggior parte dei titoli dei giorni nostri. Lo stile si adatta bene a una conversione da cartone animato, con colorazioni uniformi senza tante sfumature e tonalità marcate che richiamano all'originale televisivo. Probabilmente disegnare l'intero gioco in alta risoluzione sarebbe stato più piacevole ed appagante per le nostre stanche retine, ormai abituate a tutto e al contrario di tutto.

twittalo! Tornano i protagonisti di Adventure Time, con un'avventura in stile Zelda al limite del plagio!

Il peso del fardello sulle spalle

Quando si clona un capolavoro, il rischio di oltrepassare la soglia che separa la realizzazione di buone idee da un senso generale di ridicolo è molto labile. Sarebbe come creare una FIAT che assomiglia a una Ferrari, scoprendo poi che dentro una sfavillante carrozzeria batte il cuore di una Panda diesel. Ad ognuno il suo, verrebbe da pensare. Ma cos'è Adventure Time, a parte uno spudorato clone di The Legend of Zelda del NES? Il senso di familiarità che regala il gioco è ovviamente un fattore positivo. Il titolo Nintendo non ci viene in mente soltanto per il design dell'interfaccia di gioco o per le impostazioni di visuale e movimento, ma anche per tantissimi altri particolari. Molti mostri e nemici, il look dei dungeon, lo scrolling della mappa e addirittura alcuni motivetti sonori sono mutuati da una delle saghe più famose della storia dei videogiochi, ma non con uno stile e modi atti ad omaggiarla bensì quasi con il chiaro intento di fare un copia-incolla di tutto ciò che identifica il titolo di riferimento, senza però mai spingersi oltre per trovare qualche soluzione alternativa, delle novità oppure qualche intuizione.

Zelda insegna, il difficile è imparare
Adventure Time: Il segreto del Regno Senzanome è poi un titolo del 2014, ovvero ere e secoli dopo l'uscita di quei primi Zelda, nei quali certe meccaniche di gioco e un particolare utilizzo della croce direzionale non ne ostacolavano certo la diffusione e il successo. Al giorno d'oggi alcune soluzioni appaiono quantomeno fuori luogo, pensiamo ad esempio allo scrolling delle pagine quando il nostro personaggio passa da una schermata all'altra della mappa, oppure all'utilizzo del pad di Xbox 360 per far spostare il protagonista in sole 8 direzioni invece che in uno spazio tridimensionale. Adventure Time è un buon videogioco che però si accartoccia su se stesso, in una spirale involutiva, inghiottito dal peso e dal fardello Nintendo che si porta costantemente dietro. Chi non ha mai provato The Legend of Zelda potrebbe trovare molti spunti interessanti nel gioco di WayForward, ma al contrario chi lo conosce non farà altro che paragonare tutto ciò che vede e prova con mano con l'originale, il motore dell'ispirazione che muove tutta la baracca. La mappa di Adventure Time è grande, i nemici sono ben caratterizzati, i dungeon sono carini, ma tutto questo rimane ovviamente inaccostabile e inavvicinabile a quello che proponeva il The Legend of Zelda originale. Questi inevitabili paragoni non fanno che sminuire Adventure Time, paradossalmente ottenendo un effetto contrario a quello preventivato. Il titolo non riesce quasi mai a catturare completamente l'attenzione del giocatore, se non in rari momenti in cui le interazioni tra protagonista (che deve salvare tre principesse sperdute in altrettanti templi) e personaggi non giocanti risultano veramente simpatiche e divertenti. Adventure Time: Il segreto del Regno Senzanome - Trailer
Zelda insegna, il difficile è imparare - Recensione - Xbox 360
Adventure Time: Il segreto del Regno Senzanome - Trailer

Paragoni inevitabili

Fatte le dovute premesse, Adventure Time è un gioco tutto sommato piacevole, ben costruito, a tratti coinvolgente e con sprazzi di comicità tutti da gustare. Il suo vero problema è l'equazione tra aspettative e quello che effettivamente propone al giocatore, al quale non si può dare in pasto un clone di Zelda e poi non sforzarsi minimamente di migliorare se non altro gli aspetti troppo "vintage" di un gioco si perfetto, ma negli anni '80. Il sapore che rimane in bocca è quello di mero copia incolla riuscito male, con alcune idee vincenti sviluppate non bene, una visuale ideale per questo tipo di giochi (ma con uno scrolling a caricamento decisamente evitabile ai giorni nostri), il modo di muovere, spostare e far interagire i personaggi (perfetti per una croce e una mentalità a otto direzioni, molto meno con un joypad moderno in mano). Insomma, questo titolo è una sequenza interminabile di buone occasioni, quasi tutte tradite dall'ombra di un maestro dalle spalle troppo grandi per chiunque e una mentalità nel fare i giochi che avrebbe bisogno, nel 2014, di qualche miglioramento e adattamento.

Pro

  • Stile grafico adatto e piacevole
  • Espande il mondo della serie TV
  • Alcune scelte di design...

Contro

  • ...che però andrebbero modernizzate
  • Non ha mordente per tutta la sua durata
  • Molto lineare e poco stuzzicante

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