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Zero Dark Thirty

Creato il 18 febbraio 2013 da Kelvin

(id.)
di Kathryn Bigelow (USA, 2013)
con Jessica Chastain, Jason Clarke, Jennifer Ehle, Joel Edgerton, James Gandolfini
VOTO: *****/5
ZERO DARK THIRTY

Mezzanotte e mezza, nel gergo militare. Questo significa Zero Dark Thirty, ed è ovviamente l'ora dell'assalto al fortino di Osama Bin Laden. Ovvero il 'Pericolo Pubblico Numero Uno', l'uomo che per un decennio ha terrorizzato l'America e il mondo intero. Kathryn Bigelow impiega 157 minuti (tutti necessari) per raccontarci dieci anni di storia in cui i servizi segreti americani hanno usato ogni mezzo, più o meno lecito, per catturare il bandito più celebre della storia moderna.
Già, più o meno lecito. Perchè qui sta il nocciolo di questo importante e bellissimo film, che ha scatenato furiose polemiche in patria e allontanato il pubblico dalle sale: chi si aspettava infatti un'agiografia della macchina da guerra americana (come era stato nel precedente The Hurt Locker, grandioso film d'azione ma eticamente inaccettabile) e una tronfia retorica celebrativa dell'operazione militare in questione, è rimasto spiazzato da una pellicola che mostra senza indulgenza i metodi poco ortodossi utilizzati dalla CIA per il compimento dell'opera. In parole povere, Zero Dark Thirty è stato accusato in patria di aver giustificato l'uso (o l'abuso) delle torture per estorcere informazioni ai presunti terroristi, tacciando perfino il presidente Obama di aver mentito al mondo sull'osservanza di tali metodi...
Polemiche strumentali e fuorvianti, è bene dirlo subito. Perchè in realtà proprio questo è il più grande merito del film, ovvero l'obiettività di giudizio e lo sguardo neutro della regista nei confronti del pubblico, in segno di profondo rispetto: la Bigelow mette in scena un film che, almeno nella prima parte, sembra quasi un documentario di guerra per lo stringente realismo con cui è stato approntato: le torture vengono mostrate in tutta la loro crudezza, quasi fino alla nausea, proprio perchè sarebbe stato assurdo e falso non parlarne: ci sono state, ed è anche grazie ad esse se Bin Laden è stato catturato. Lo sappiamo tutti, e ognuno può trarre le proprie conclusioni in base al proprio senso etico. D'altronde, anche Steven Spielberg nel recente Lincoln ha messo in guardia il pubblico sui metodi non certo cristallini usati dal Potere per raggiungere l'obiettivo. E se il detto Il fine giustifica i mezzi valeva per lui, non si capisce per quale motivo invece non debba valere per Bin Laden.

ZERO DARK THIRTY

Domanda ovviamente retorica, perchè in realtà lo sappiamo benissimo... l'America di oggi è una nazione impaurita che ha un disperato bisogno di eroi, e anche soltanto macchiare l'immagine del DEVGRU (il nucleo anti-terrorismo appositamente costituito dopo l' undici settembre) è sinonimo di lesa maestà. Per questo lo spettatore americano medio ha disertato in massa le sale in cui si proiettava Zero Dark Thirty: considera il film un 'tradimento', un tentativo di gettare fango su un'operazione militare che per l'opinione pubblica rasenta quasi i confini della sacralità.
ZERO DARK THIRTY
Voi però andetelo a vedere, vi conviene. Perchè è una pellicola bella, importante e stilisticamente impeccabile. E ci regala (finalmente!) una delle più belle interpretazioni femminili degli ultimi anni. Maya (una straordinaria Jessica Chastain, Oscar prenotato) è una giovane recluta della CIA, determinata e incredibilmente testarda, che per dieci anni dedica tutta se stessa alla ricerca e alla cattura di Bin Laden. Lo fa da sola contro tutti, tra lo scetticismo dei colleghi maschi (e anche un po' maschilisti) e la ritrosia delle Istituzioni. Per dieci anni Maya rinuncia a tutto (affetti, salute, vita privata, relazioni sociali) per dedicarsi a quella che, a seconda della sensibilità di chi guarda, può sembrare una missione o un'ossessione. Sarebbe fin troppo facile sostenere che solo una donna (regista) poteva affidare ad un'altra donna (attrice) il ruolo della vita... Kathryn Bigelow lo fa mettendosi a disposizione della storia e snaturando perfino il suo modo di fare cinema, fatto di azione ed emozioni forti (solo l'ultima mezz'ora è da adrenalina pura) pur di improntare l'intera vicenda al più assoluto realismo, rifuggendo la spettacolarizzazione della guerra e volgendo lo sguardo agli intrighi e alle bassezze della politica (che invece in molti vorrebbero 'alta e nobile'). Operazione perfettamente riuscita.


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