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Zero Dark Thirty ( 2012 )

Creato il 15 febbraio 2013 da Bradipo
Zero Dark Thirty ( 2012 )Maya è un'agente della CIA che si è fatta le ossa nel post 11 settembre , durante gli interrogatori di terroristi o sospetti di essere legati ad Al Qaeda. Pur non condividendo i metodi si adegua, gira la testa dall'altra parte essendo convinta che quella possa essere la strada giusta per combattere la piaga del terrorismo islamico.Lavora alla caccia di Osama Bin Laden per tanti anni finchè nel 2011 pare che il suo lavoro diventi fruttuoso. Lo ha individuato ma è la sola ad avere questa convinzione. Con la propria pervicacia, però, continua a raccogliere prove e da qui l'operazione per la cattura di Osama Bin Laden ha inizio.
La fine è nota.
Meno ovvio il senso di smarrimento di Maya , una volta che ha raggiunto l'obiettivo della sua vita.
Kathryn Bigelow continua a raccontare brani della storia più recente americana. senza pietismi, senza false ipocrisie ma con occhio quasi documentaristico, senza fare sconti a nessuno, men che meno ai suoi compatrioti della CIA.
La prima parte del film è infatti un resoconto durissimo, ai limiti dell'horror, di metodi di interrogatorio che dovrebbero essere banditi dalla faccia della Terra, talmente brutali da far chiedere se chi porta avanti queste attività sia veramente appartenente al genere umano.
Non ci sono buoni da una parte e cattivi dall'altra. C'è una guerra in atto e ogni mezzo è lecito per portare a casa la vittoria.
Interessante anche annotare la genesi del film, riscritto parzialmente alla luce della cattura di Osama Bin Laden:  nelle intenzioni degli autori Zero Dark Thirty doveva essere un resoconto dettagliato degli insuccessi dei servizi di intelligence americani in giro per il mondo.
Con la cattura del terrorista numero uno la Bigelow si guarda bene dal far diventare il suo film un racconto agiografico ma aggiunge solamente la postilla della missione che dà il titolo al film e che ne occupa la mezz'ora finale. Nulla di celebrativo, quello che rimane di Bin Laden, che nel film viene giustiziato senza tanti fronzoli in spregio di qualsiasi nozione di diritto internazionale, è solo il suo naso prominente e uno scorcio della sua barba bianca che fa capolino dal sacco scuro in cui è stato sistemato.
Zero Dark Thirty non celebra,  racconta una pagina controversa della storia recente americana dando allo spettatore gli elementi sufficienti per giudicare con la propria testa e non guidandolo su una tesi preconfezionata.Non sappiamo in realtà quante libertà si prenda dalla storia vera ma in fondo non importa, un film come questo è necessario per mettere a posto tutti i brandelli di verità che abbiamo appreso dai notiziari di questi anni.
Durante la proiezione mi chiedevo quanto si vedesse che questo film era ad opera di una donna: cioè è facile dirlo sapendolo prima dei titoli di testa ma se fossi andato all'oscuro di tutto avrei capito che era tutto opera di una donna?
Zero Dark Thirty ( 2012 )La risposta è un  bel " non lo so": il personaggio femminile al centro del film assomiglia molto all'alter ego di una regista cresciuta all'ombra di un ex marito regista famoso e che ha dovuto farsi strada col machete per spazzare via i pregiudizi legati sia al fatto di essere una donna alle prese con generi cinematografici considerati per soli uomini ( come il thriller o il war movie) sia a sospetti di presunte porte spalancate per via delle sue "conoscenze " altolocate.
Maya vive in un mondo di soli uomini e si fa strada grazie alla propria intelligenza e alla propria tenacia.
Un personaggio caratterizzato in modo così accurato, oserei dire quasi affettuoso per le sfumature  con cui viene disegnato ( vedere per credere la sequenza finale) non poteva che essere stato creato da una donna.
Ma qui ci si ferma perchè Zero Dark Thirty non è un film veterofemminista o qualcosa di simile.
A suo modo è un film storico come Lincoln, racconta( meglio di Spielberg) la coscienza di una nazione che è riuscita finalmente a catturare il responsabile di una delle ferite più profonde e mai rimarginate della sua storia.
E racconta anche lo smarrimento, il senso di vuoto che assale Maya una volta che ha la consapevolezza di aver raggiunto lo scopo della sua vita.
Non c'è più il nemico da abbattere, non ci sono più scuse.
Si apre un capitolo nuovo . Certo , ma come?
Zero Dark Thirty pur durando due ore e quaranta sembra passare in un attimo: i dialoghi serrati , le esplosioni di violenza improvvisa, il montaggio stringato al servizio di una regia senza tanti fronzoli ma di rara efficacia possono arrivare a rappresentare l'estasi del cinefilo militante.
Due ore e quaranta ma ne vorresti ancora.
( VOTO : 8,5 / 10 )  Zero Dark Thirty (2012) on IMDb

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