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zero palle tredici

Creato il 20 gennaio 2014 da Senzazucchero2012 @senza_zucchero_

Era già nell’aria da un po’ di tempo quella sensazione di irrequietezza e insofferenza che M. non si preoccupava di nascondere durante la pausa caffè delle 9.30, ma non pensavo che avrei ricevuto quella notizia da un giorno all’altro. Pensavo si trattasse di una fase di noia, una sorta di crisi esistenziale che arriva dopo che la routine scandisce i ritmi quotidiani da un tempo che, secondo i nostri parametri soggettivi e personali, è diventato ormai troppo.Quello che mi era chiaro dopo due anni di appuntamenti davanti alla macchinetta del caffè era che M. ha una mente troppo curiosa ed estroversa, da eterno Peter Pan, per non essere una voce fuori dal coro e allinearsi invece alla mancanza di innovazione e spazio per esprimere il proprio talento liberamente, in un carrozzone di 600 persone che inneggia all’internalizzazione, ma allo stesso tempo segue una mentalità tipicamente italiana.

Al suono di “domani è il mio ultimo giorno qui” ho sentito la gioia esplodere dentro di me, un moto di orgoglio e liberazione. L’aveva fatto, davvero! Aveva avuto le palle di salutare tutti a 50 anni, lasciare il suo posto da funzionario, con due figli adolescenti, perché è “ancora troppo presto per annoiarsi”, per rimettersi a studiare, prendere una nuova certificazione e, tra qualche mese, rendere concreta quell’idea che ormai è diventata un chiodo fisso: affrontare nuove sfide in un paese lontano dal nostro.

Il giorno dopo, sia in treno che in bus, non riuscivo a pensare a nient’altro. Quello era l’ultimo giorno di M. come un tamburo battente nella mente. Mentre andavo in ufficio, provavo orgoglio e già un filo di nostalgia all’idea che quella mattina M. avrebbe pigiato per l’ultima volta uno zero palle tredici per me (zero palle sta per 0 palline di zucchero), quell’idea che mi faceva sorridere e bagnarmi le guance contemporaneamente, regalandomi un’espressione da ebete per tutto il tragitto.

Prima di spegnere definitivamente il pc, M. mi ha fatto un regalo: mi ha lasciato in eredità la chiavetta con la quale mi ha offerto il caffè tutte le mattine negli ultimi due anni, la stessa chiavetta che da dicembre mi ricorda ogni giorno che, se stiamo scalpitando dentro, non è mai troppo tardi per dare una sterzata alla propria vita e ricominciare altrove.

zero palle tredici


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