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Zimbabwe / Cadono le sanzioni dell'UE sui diamanti

Creato il 18 settembre 2013 da Marianna06

 

  

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I Paesi facenti parte dell’Unione Europea hanno deciso, giorni fa, all’unanimità, di elidere dalla lista nera dei sanzionati il gruppo economico-finanziario dello Zimbabwe, che si occupa attualmente di estrarre e  di commerciare i diamanti delle miniere locali.

Il processo di rimozione di “Zimbabwe Mining Development Corporation”, partner al 50%, per i profitti, e di società cinesi e di altrettante sudafricane, nasce dalla constatazione,  sempre secondo i politici europei, di un apprezzabile miglioramento delle odierne relazioni tra Bruxelles e Harare, dopo le ultime elezioni di luglio.

Poiché le esportazioni di diamanti sono fondamentali per un aiuto concreto all’economia zimbabweiana, l’Unione Europea  in questo modo si esonera, quasi certamente, dall’aprire quelli che sono i “suoi”  di cordoni della borsa. 

 Mentre dovrebbe farlo, per forza di cose, in caso di  richieste a seguito i possibili emergenze umanitarie.

L’Europa, infatti, già di suo non naviga in buone acque. E parrebbe, a leggere questa abile mossa, che non intenda esporsi di più dello stretto indispensabile in interventi di tale genere.

Che l’ottantanovenne Mugabe, presidente rieletto, possa poi dare al mondo intero garanzie di “cristallina” trasparenza in termini di rispetto di diritti umani è un enorme assurdo in termini, cui solo gli  allocchi possono dare credito.

Chi avesse da obiettare, vada a leggere un po’ quelli che sono stati i trascorsi storici (più cronaca che storia) dello Zimbabwe, da quando ha smesso d’essere Rhodesia meridionale. Una storia che, in fondo, è anche abbastanza recente e che testimonia per intero proprio i “disastrosi” anni (troppi) della presidenza di Robert Mugabe.

 

   a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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