L'apice della festa carnascialesca veniva tradizionalmente raggiunto nel giorno di giovedì (zioba) grasso. Ancor oggi oltre all'esplosione finale del martedì grasso, il giorno di chiusura delle due settimane cui dura oggi il periodo di carnevale, è il giovedì dell'ultima settimana il giorno cui si concentrano i maggiori appuntamenti teatrali e festaioli.
L'usanza del zioba grasso ha radici lontanissime, risale infatti alla vittoria del doge Vitale Michieli II contro Ulrico patriarca di Aquileia.
Era l'anno 1162 quando la Serenissima fece prigioniero Ulrico e altri 12 canonici responsabili d'aver scacciato, alleandosi ad alcuni feudatari friulani, il patriarca di Grado Enrico Dandolo, che in quell'occasione scappò a Venezia. La prigionia di Ulrico nelle carceri della Serenissima terminò solo quando il Patriarca di Aquileia promise di pagare ai veneziani un tributo annuale di 12 pani, 12 porci e di 1 toro.
Il zioba grasso o de la cazza (caccia) è quindi l'anniversario di quella lontana vittoria, festa in cui all'epoca si uccidevano in Piazza S.Marco sia il toro (simboleggiante Ulrico) sia i 12 porci (che invece ricordavano i dodici canonici).
L'usanza prevedeva che un pezzo di quelle carni fosse dato in dono a ciascun senatore della Repubblica, mentre i pani si distribuivano ai carcerati. La vittoria sui feudatari friulani alleati di Ulrico veniva invece ricordata nella sala del Piovego a Palazzo Ducale dal doge e dai senatori i quali, sempre nel giorno del giovedì grasso, muniti di bastoni ferrati abbattevano dei castelli di legno che simboleggiavano quelli dei feudatari.
Per la gioia dei veneziani la festa e il tributo, offerto dalla Repubblica, rimasero in vita anche dopo l'estinzione del dominio temporale del Patriarca di Aquileia, anche se i festeggiamenti si fecero col passare dei secoli sempre meno cruenti, abolendo prima l'uccisione dei porci e poi in seguito anche il taglio della testa al toro, abitualmente eseguito dalla corporazione dei fabbri.
Dal sedicesimo secolo fino la caduta della Serenissima nel giorno del giovedì grasso si realizzava nella Piazzetta S.Marco una macchina di legno a forma di torre quadrata da dove, alla presenza del doge, delle più alte cariche del tempo e degli ambasciatori delle nazioni straniere, venivano sparati i fuochi d'artificio.
La kermesse era aperta dalla sfilata delle corporazioni dei fabbri e dei macellai che davanti alle autorità tagliavano la testa a dei buoi inghirlandati tra le urla di stupore del popolo.
The climax of the Carnival festivities is traditionally celebrated on the last Thursday, called Zioba (Thursday) Grasso (Fat). Even today, other than the excitement of Mardigrasso (Fat Tuesday) - the closing day of the two week carnival period - it is the Thursday of the last week when the major theatrical events and parties take place.
Ziobagrasso dates back to the victory of Doge Vitale Michieli II over Ulrico, the patriarch of Aquileia.
In 1162 the Serenissima took Ulrico prisoner together with 12 parsons who were allies to feudal friulians in a rebellion against the Republic's control over the saltpans of Grado. The patriarch of Grado, Enrico Dandolo, had to escape to Venice. Ulrico's imprisonment ended when he promised to pay an annual tribute to the Venetians of 12 loaves of bread, 12 pigs and 1 bull.
Ziobagrasso ("the hunt day") became the anniversary of this ancient victory, which many years ago was regularly celebrated in Piazza San Marco where a bull (symbolizing Ulrico) and 12 pigs (symbolising the 12 parsons) were damned to death and butched by the Venetians.
It became the custom for a piece of meat to be given to each Senator of the Republic and for the bread to be distributed to people who were then in prison. The victory over the feudal friulians and Ulrico was commemorated on Ziobagrasso also in the Room of Piovego in the Doges Palace. There the Doge and the Senators would beat wooden castles with iron bars symbolising the victory over the feudal lords.
For the enjoyment of Venetians the festival and tribute celebrated by the Republic continued even after the decline of the temporal domination of the Patriarchate of Aquileia. With the killing of the pigs and the cutting off the head of the bull (usually performed by exponents of Blacksmiths' Craft) being banned the festivities became less bloody.
From the 16th century to the fall of the Serenissima in 1797 the Ziobagrasso celebrations took place in the Piazza San Marco, in the presence of the Doge and other important people, including ambassadors from foreign countries. There, a wooden machine in the shape of a square tower would explode with a firework exhibition.
The favourite display was an acrobat descending by walking on a rope from the Campanile of San Marco to the Piazzetta. Many were killed undertaking this dangerous act.