Ecco, una delle bellezze dei nostri autori di colonne sonore era il loro sapersi calare con maestria e massima dedizione in tutte le situazioni che gli si proponevano. Ed ecco che Nico Fidenco, al secolo Domenico Colarossi, riuscì sempre con successo a spaziare fra il cantautorato di Legata ad un granello di sabbia, alle sigle dei cartoni animati come Don Chuck Castoro, al groove del suo alter ego Donimak, fino alle colonne sonore per il cinema spaziando fra western, spionistici e i film della serie Emanuelle. Proprio nella serie erotica interpretata della bellissima Laura Gemser, Nico Fidenco sviluppa il suo sound tropical-lounge di cui Zombi Holocaust ne è musicalmente l’evoluzione. Infatti, dato lo scenario dell’isola di Kito, per questo horror abbastanza dimenticabile diretto da Marino Girolami, Fidenco crea un sound tribal-elettronico molto interessante.
La colonna sonora è uscita per la prima volta nel 1996 per l’etichetta tedesca Lucertola Media in un cd ormai introvabile contenente anche le musiche di Emanuelle e gli ultimi cannibali, ma Un’edizione completa con ben 30 tracce (19 in più del precedente) è uscita finalmente in Italia nel 2014 grazie alla Beat Records.
Difficile fare un’analisi traccia per traccia perché molti brani diversissimi fra loro riportano lo stesso titolo, ma in effetti in questo caso è molto più appropriata un’analisi complessiva dell’opera.
L’elettronica è l’elemento di base che troviamo praticamente in ogni traccia sia da sola per momenti di ambientazione cupa (Fascinating horror, From another world, The magic is in progress) sia come tappeto a ritmi tribali (Zombi parade, Resurrection, Dee Doom Bee Boom).
Con i titoli Dive into the past, From the beyond e Living in the past troviamo una quindicina di tracce sempre della stessa pasta dei precedenti con alcuni brevi attimi più rockeggianti o addirittura tendenti alla disco come la traccia solitaria Living in the future.
Chiude il cerchio il tema Make love on the wing, il brano d’amore del film con reminescenze emanuelliane. Un disco da avere in tutte le maniere e probabilmente uno dei lavori migliori di Nico Fidenco.
Fabio Meini