Zombie Apocalypse
a cura di Stephen Jones
Running Press editore
512 pagine, 10.91 dollari (in lingua inglese)
Sinossi
Una serie di racconti autoconclusivi che si svolgono in uno scenario comune. Un’apocalisse zombesca sconvolge il mondo, scatenandosi da Londra, quando gli scavi per la costruzione di un nuovo complesso residenziale riattivano i batteri di una pestilenza di origine magica creata nel 1600 dall’architetto/occultista Nicholas Hawksmoor.
Dal Regno Unito la pandemia si diffonde via via in tutto il mondo, inarrestabile, devastante. I venti autori di questa antologia raccolgono/simulano altrettante testimonianze attraverso email, lettere, articoli di giornale, twitt e altri media. Un affresco corale della fine del mondo, con tanto di documenti, foto e blog post.
Commento
Vi ricorda il Survival Blog, vero?
In effetti i punti di tangenza non sono pochi, anche se io questa antologia (pubblicata nel 2010) l’ho scoperta due mesi dopo la conclusione della prima stagione del SB.
In realtà credo che Zombie Apocalypse sia nata più come una round robin, ed è per questo motivo che decido di parlarne proprio ora che il progetto 2MM è ufficialmente partito. Ma dove sta la differenza tra le due cose?
Una struttura come il Survival Blog ha uno sviluppo laterale: da uno scenario comune nascono tanti racconti slegati l’uno dall’altro.
Una round robin ha uno sviluppo verticale: da uno scenario comune nasce una storia consequenziale, fatta di capitoli legati l’uno all’altro.
Zombie Apocalypse in realtà sta un po’ nel mezzo. I capitoli/racconti hanno personaggi in gran parte diversi l’uno dall’altro e sono autoconclusivi, ma seguono un rigoroso ordine cronologico: dallo scoppio epidemico al propagarsi dell’infezione nel resto del mondo.
Certo, un progetto di questo genere (già affascinante di suo) è particolarmente appetibile se a lavorarci sono autori del calibro di Stephen Jones (coordinatore dell’antologia), Lisa Morton, Scott Eldeman, Tanith Lee, Kim Newman e tanti altri. La differenza di stili si nota ma non crea contrasti spiacevoli. Ci sono alcuni racconti molto validi e altri meno riusciti, ma la qualità media è di ampia sufficienza.
Interessanti le varianti introdotte nello scenario: la pandemia è causata da una pestilenza di probabile origine magica, ma ha uno sviluppo affine alle “normali” zombie apocalypse. Il punto di partenza della storia, il Regno Unito, presenta lievi ma riusciti aspetti distopici, con un governo fortemente conservatore che ventila la promulgazione di leggi antidemocratiche a difesa della sicurezza nazionale. Spunti che vanno a perdersi con lo scoppio della pandemia, ma che era giusto comunque rilevare.
Interessante anche il supporto grafico del libro, che presenta foto, articoli di giornale, capitoli in stile pagina di Twitter, il tutto per cercare un realismo che probabilmente sfugge comunque, ma raggiungendo comunque una particolare ricercatezza estetica che distingue Zombie Apocalypse dai millemila libri tutti uguali in tematica di ritornanti.
In sostanza abbiamo a che fare con un’antologia probabilmente non imperdibile, ma notevole per quel che riguarda la coordinazione del progetto, il coro di voci autorevoli che hanno partecipato alla scrittura e l’impianto grafico.
Ovviamente (sigh) non è disponibile in lingua italiana…
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