Herbert Badham, Artist’s Model
Bisogna studiare il percorso in anticipo, ma con un'attenzione speciale a quello cui non si pensa quasi mai: l'intermedio.
Chi ti ha mai detto che l'aeroporto di Francoforte è un dedalo infinito, con chilometri di corridoi, spesso nemmeno dotati di tapis-roulant, che quindi raramente un'ora di tempo per la connessione può bastarti.
E che certo faresti bene a non eccedere nel bagaglio a mano da trascinarti dietro.
Chi mai ti ha sussurrato in un orecchio le traversie per raggiungere il treno per Fiumicino? Sottopassaggi chiusi "per sicurezza": magari sarà per "mancanza di sicurezza"! Binari lunghissimi, accidentati, mal frequentati, nessun carrello a disposizione. Un biglietto venduto come prima classe obbligatoria, nessuna scelta: e poi arriva una tradotta maleodorante, predellino altissimo e gradini, notoriamente il non plus ultra per far salire o scendere bagagli perché chi viaggia è ovvio che di solito non porti bagagli!
Perché è facile controllare orari, cambio delle valute, cercare hotel e prestare attenzione ai giorni di chiusura dei musei.
A quello che sta in mezzo, nascosto tra le pieghe delle tappe principali, non ci fa caso nessuno.
Non esiste nessuna guida che ne parla, per molti sembra quasi uno di quegli argomenti di cui è buona educazione non parlare, come la religione o la politica.
Sospetto che non se ne parli perché molti ne sono rimasti vittime e allora, con quella crudeltà che spesso divide, invece che accomunare, si tace il pericolo vero.
E' la zona d'ombra.