Magazine Cinema
di Matteo Oleotto (Italia, 2013)
con Giuseppe Battiston, Rok Presnjcar, Roberto Citran, Teco Celio, Marjuta Slamic
durata: 103 min.
★★★☆☆
Dopo Sacro GRA, ecco un altro film su chi vive ai margini: stavolta non ai confini della città ma ai confini della Nazione, esattamente quelli tra Gorizia e la Slovenia. Terra di passaggio, di antiche ruggini, di ferite mai del tutto rimarginate, di una provincia pigra e matrigna che non lascia scappare nessuno malgrado la recente riapertura delle frontiere... un mondo fatto di persone semplici, grezze, amorevoli, spesso solitarie. Come quelle che frequentano l'osteria di Giustino, luogo naturalmente preposto all'incontro di queste ordinarie solitudini in nome del Vino: il vero, assoluto protagonista del film.
"El vin fa allegria, l'acqua xe il funeràl": è il motto di Paolo Bressan, assiduo frequentatore della bettola di paese: uomo corpulento, laido, irascibile, mai rassegnatosi all'idea di aver perso la sua ex-moglie Stefania, che ora è la compagna del suo datore di lavoro. Ma anzichè cercare di riconquistarla, spreca costantemente il suo tempo attaccandosi alla bottiglia e odiando tutti quelli (pochi) che gli passano accanto. Eppure anche per un relitto umano come lui il destino ha in serbo una grossa sorpresa: in seguito alla morte di una vecchia zia slovena, Bressan 'eredita', oltre ai debiti, anche un timidissimo e apparentemente ritardato 'nipotino' quindicenne, che ovviamente sconvolgerà la sua esistenza...
L'opera prima di Matteo Oleotto è una commedia divertente e sensibile, decisamente multietnica in tutti gli aspetti, magari un po' ingenua e prevedibile (il classico 'burbero' dal cuore buono che riesce a redimersi grazie all'arrivo inaspettato di una persona dolce in grado di cambiargli la vita). In ogni caso sincera e genuina, in grado di piacere a chiunque: lo testimoniano i quindici minuti di applausi ricevuti alla proiezione ufficiale all'ultima Mostra del Cinema di Venezia e il conseguente premio del pubblico alla Settimana della Critica, dovuti anche a una promozione intelligente e furbetta: al Lido i visitatori facevano la spola per recarsi a 'Casa Zoran', vale a dire l'ufficio stampa del film, ricavato in un garage adiacente il Palazzo del Cinema in cui era stata ricostruita la location della pellicola, e dove attori, registi, produttori e maestranze affettavano salumi e distribuivano bicchieri di vino buono a chiunque passasse da quelle parti...
Ma, astuzie pubblicitarie a parte, Zoran è uno di quei filmetti 'carini' di cui magari ti scordi subito due giorni dopo averlo visto, ma che sul momento ti fa fare un bel po' di sane risate. Un film fatto su misura per la figura debordante e simpaticamente contagiosa di Giuseppe Battiston, omone dalle spalle larghe e la battuta pronta che si fa carico della pellicola e la conduce docilmente fino alla fine, restituendoci un'ottima interpretazione di un uomo di provincia cinico e sottilmente razzista che si scopre capace di riuscire a convivere con i propri pregiudizi. Una discreta lezione di vita in un film senza troppe pretese ma equilibrato in tutte le sue parti.
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