Ognuno di noi, compatibilmente con il tempo, lavoro e famiglia “fa” qualcosa. Nel senso di attività fisica mettiamola così.
C’è chi pratica sport di squadra, chi va in palestra, chi nuota, chi corre, chi cammina…e poi c’è chi balla. Io – da due anni – risiedo in quest’ultimo contenitore.
Lasciatemi spendere due parole per la mia NON eleganza, NON sincronia e NON ritmicità. Sono l’ultimo anello della catena danzante. Credetemi. E – ahimè – ritrovo questa ingenua discontinuità ritmico – canora in mia nipote. Ma lei ancora questo non lo sa…beata gioventù!
Detto questo, io faccio ZUMBA! E ieri mattina, con un occhio chiuso e l’altro semiaperto, ho zumbato per due ore insieme ad una quarantina di “colleghe” in una palestra di Forlì.
Non sto qui a dirvi cosa sia la ZUMBA. Se lo ignorate, cliccate su Google e/o linkate: http://www.zumba.com/it-IT/oppure http://www.explodance.com/
Di recente le giornate sono lunghe e faticose, le settimane di merda e l’umore sotto i piedi. L’inverno alle porte non aiuta, anzi deprime. Due sere la settimana, però, stacco e divento l’allieva scatafascio di due bravissime insegnanti.
Due giovani “imprenditrici” che, poco alla volta, hanno plasmato un marchio, si sono fatte conoscere e hanno investito tempo e denaro in un’attività extra lavorativa diversificando l’offerta di corsi e intrattenimento. Non è facile e non sempre paga.
Le donne – gira che ti rigira – sono così. Quelle romagnole, lasciatemelo dire, hanno una marcia in più. Come loro, altre a fine giornata ingranano la sesta, “posteggiano” il fidanzato non sempre digeribile e sparano le ultime cartucce in una sala da ballo o in una palestra.. Sorridono e aiutano a farti sorridere.
Brave! E, oggi come ieri, ZUMBA a catinelle!