Salmone è il termine comunemente usato per indicare diverse specie della famiglia Salmonidae, che conta undici generi e sessantasei specie. I salmoni dell’Oceano Pacifico contano cinque specie del genere Oncorhynchus, quelli dell’Oceano Atlantico appartengono al genere Salmo. Altri pesci appartenenti alla stessa famiglia sono chiamati trote.
Sono dei pesci molto apprezzati dal punto di vista gastronomico per la carne prelibata e sono oggetto di pesca e di allevamento intensivo e questo li rende di facile reperimento in tutte le regioni d’Italia, quindi non c’è di che stupirsi nel vedere che le ricette che parlano di questo particolare pesce siano svariate e adattate agli usci e costumi delle gastronomie regionali.
Ingredienti per 4 persone:
200 gr di filetto di salmone freschissimo,
2kg di pomodori perini,
2 cetrioli,
2 peperoni gialli,
2 cipollotti,
un limone,
2 cucchiai di aceto bianco,
un cucchiaio di timo fresco,
uno spicchio d’aglio,
30 gr di olio d’oliva,
tabasco,
sale e pepe nero q.b.
Procedimento:
Scottate i pomodori in acqua bollente salata per pochi secondi, pelateli, levate i semini interni e metteteli nel mixer. Pelate un cetriolo, tagliatelo a metà nel senso della lunghezza e levate i semi interni; mondate i peperoni e tagliateli a pezzetti. Pulite e affettate i cipollotti e, tranne un cucchiaio di peperoni, aggiungete tutte le verdure ai pomodori. Frullate fino a ottenere una crema omogenea. Condite il gazpacho con l’olio, l’aceto, una presa di sale e qualche goccia di tabasco, versate il tutto in 4 ciotole e fate riposare in frigorifero. Spinate il pesce, levategli la pelle e tagliatelo a dadi, fatelo marinare per una mezz’ora in una ciotola con un’abbondante macinata di pepe nero, il timo e il succo del limone spremuto. Disponete il salmone marinato al centro del gazpacho, contornatelo con il cetriolo rimasto tagliato a fettine e con i dadini di peperone e servite subito.
Nota Bene:
Nella cucina spagnola, il gazpacho è una zuppa fredda a base di verdure crude, molto apprezzata d’estate in regioni calde come l’Andalusia. Ne esistono almeno 60 versioni, alcune molto speziate, in maniera particolare con l’aggiunta di quantità variabili di paprica, e altre meno. Gli ingredienti principali sono tradizionalmente peperoni, pomodori, cetrioli e cipolla, arricchiti di volta in volta con erbe aromatiche differenti. Immancabile il pane raffermo, ammorbidito in acqua, che rende cremoso il composto.
Il piatto si mangia comunque freddo, talvolta addirittura con cubetti di ghiaccio e accompagna crostini di pane con uova sode. Viene anche usato come aperitivo servito in bicchiere, come energetico rinfrescante. La Sicilia, nel suo passato, ha subito la dominazione spagnola che inevitabilmente ne ha contaminato usi e costumi importandone diversi che col tempo di sono adattati ed integrati agli usi locali, ivi compresi quelli gastronomici, quindi nulla di strano che questo piatto preveda l’uso della gazpacho e quindi sia in parte d’origine spagnola, in fondo è proprio questo miscuglio di culture che rende la cucina siciliana così unica e ricca di sapori.