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Zurbaran, il Caravaggio spagnolo

Creato il 19 settembre 2013 da Artesplorando @artesplorando

Zurbaran, il Caravaggio spagnolo

Francisco de Zurbaran, Santa Casilda

Approfitto di questo post per comunicarvi della mostra iniziata a Ferrara al Palazzo Diamanti e che si protrarrà fino al 6 gennaio, su di un'artista non molto noto in Italia, alla sua prima mostra completamente dedicata nel nostro paese!! Si tratta di Francisco de Zurbaran e vorrei parlarvi un pò di lui. Francisco de Zurbarán fu, insieme a Velázquez e Murillo, tra i protagonisti del Siglo de oro della pittura spagnola e di quel naturalismo raffinato che lasciò un’eredità duratura nell’arte europea. A rendere unico lo stile del pittore fu la sua capacità di tradurre gli ideali religiosi dell’età barocca con invenzioni grandiose e al contempo quotidiane, plasmando forme di una tale essenzialità, purezza e poesia, da toccare profondamente l’immaginario moderno, come traspare dall’opera di quanti, da Manet a Morandi, fino a Picasso e Dalí, hanno guardato nei secoli successivi all’opera del maestro sivigliano. In tempi più recenti, studi autorevoli ed esposizioni internazionali hanno definitivamente sancito il suo fondamentale contributo alla storia dell’arte.Organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte in collaborazione con il Centre for Fine Arts di Bruxelles, la monografica dedicata a Zurbarán è l’occasione per ammirare per la prima volta in Italia i capolavori di uno dei massimi interpreti dell’arte barocca e della religiosità controriformista. Una rigorosa selezione di opere provenienti da musei e collezioni private europee e americane ripercorrerà le tappe salienti della carriera di Zurbarán. Dalle prove con le quali l’artista si afferma sulla scena di Siviglia, “la Firenze spagnola”, come La visione di san Pietro Nolasco (1629, Madrid, Museo del Prado) o il più tardo San Francesco d’Assisi nella sua tomba (1630-34, Milwaukee Art Museum), segnate dal luminismo drammatico e contrastato della corrente del tenebrismo ispirata a Caravaggio e Ribera, alle opere successive al soggiorno madrileno e al contatto con Velázquez, improntate a un più sobrio lirismo, dove a prevalere sono atmosfere più chiare, felici scorci sul paesaggio e dettagli domestici, come ad esempio nell’Immacolata Concezione con san Gioacchino e sant’Anna (c. 1638-40, Edimburgo, Scottish National Gallery) o nella Vergine con il Bambino Gesù e san Giovannino (1662, Bilbao, Museo de Bellas Artes).

Zurbaran, il Caravaggio spagnolo

Francisco de Zurbaran, Agnus Dei

Il percorso espositivo, scandito in sezioni cronologico-tematiche, metterà in evidenza il talento del pittore nell’imporre un registro innovativo a generi e temi della tradizione. Stupiscono per la vena intima e immediata i soggetti legati all’iconografia mariana, come mostrano quelle opere venate di una malinconia sospesa (La casa di Nazaret, c. 1640-45, Madrid, Fondo Cultural Villar Mir), o capaci di toccare corde di straordinario candore e tenerezza (Vergine bambina addormentata, c. 1655-60, Jerez de la Frontera, Cattedrale di San Salvador). E se il motivo dell’estasi raggiunge vertici d’ineguagliabile intensità, come nell’Apparizione della Vergine a san Pietro Nolasco dipinta attorno al 1628-30 (Collezione privata), il tema della meditazione trova una delle sue interpretazioni più originali nel Cristo crocifisso con un pittore (c. 1635-40, Madrid, Museo del Prado), un dipinto in grado di trasmettere nella maniera più diretta il dialogo intimo tra l’umano e il divino.

Zurbaran, il Caravaggio spagnolo

Francisco de Zurbaran, San Francesco

Una delle punte più avanzate nella direzione del rinnovamento formale sono senza dubbio le nature morte e i temi allegorici, come Una tazza d’acqua e una rosa (c. 1630, Londra, The National Gallery) e Agnus Dei (c. 1634-40, San Diego Museum of Art). La raffinatezza poetica di questi dipinti, in cui gli oggetti sono collocati in uno spazio rarefatto e silenzioso, è affidata alla sobrietà della composizione, alla purezza delle forme e alla regia dei valori luminosi. In queste opere di piccolo formato, così come nelle nature morte disseminate in molte delle tele presenti in mostra, Zurbarán restituisce le forme come purificate dalla luce, in una visione cristallina del particolare e di silenziosa monumentalità.Tra le invenzioni più originali dell’artista vi sono infine le grandi figure di santi, raffinate effigi che godettero di straordinaria popolarità e che furono realizzate in serie soprattutto per le colonie del Nuovo mondo. La sequenzariunita per questa mostra conta esiti notevoli come la Santa Casilda (c. 1635, Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza), il Beniamino (c. 1640-45, Collezione privata) e la Sant’Orsula (Genova, Palazzo Bianco), che testimoniano la capacità di ammantare gli episodi sacri di un fascino elegante, grazie alla ricercatezza delle pose, alla resa virtuosistica di stoffe preziose e alla tavolozza brillante. Queste figure maestose, rivolte verso l’osservatore come protagonisti di un ritratto esercitano, oggi come allora, un fascino magnetico.Buona mostra a tutti!!!P.S.: qui sotto il link per tutte le informazioni!!!
 Palazzodiamanti

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