...sempre peggio... quasi scandaloso nel ritardo...
Venerdì 16, piazza Maggiore: L'armata Brancaleone (Italia-Francia-Spagna 1966) di Mario Monicelli: divertentissima commedia, geniale pastiche (meta)linguistico, le avventure di una sgangherata compagnia in un fantastico medioevo contemporaneo, tra bizantine sadomaso, pestilenze, duelli esilaranti, orse concubine, assalti di pirati e profeti di crociate in Terra Santa. Non molto diverso dall'oggi...
Sabato 17, piazza Maggiore: Sedotta e abbandonata (Italia-Francia 1963) di Pietro Germi: da una commedia grottesca ad una tragicommedia, dove si ride moltissimo di un'Italia dalla mentalità arcaica nei rapporti amorosi (ma così tanto?). Una giovanissima Stefania Sandrelli è oggetto e soggetto di desiderio, difeso e ostentato dal padre-padrone Vincenzo Ascalone, sulla cui lapide, alla fine, campeggerà la scritta "Onore e famiglia", che ben riassume la lotta spietata per le apparenze e convenienze di paese. Questioni d'onore ferito, finti rapimenti, matrimoni combinati. Meravigliosa la scena iniziale di seduzione, operata dal fidanzato della sorella della Sandrelli, poi rovesciata nella ricostruzione di fronte al pretore.
Lunedì 19, piazza Maggiore: Fargo (Usa 1995) di Joel ed Ethan Coen: niente di che, si dimentica in fretta, il trionfo del caso e dei dettagli nella provincia americana (alla tenente colombo). Inizia bene, ma si perde nel finale.
Giovedì 22, piazza Maggiore: The General (Usa 1926) di Clyde Bruckman e Buster Keaton, con musiche di Marco Dalpane, ben orchestrate ma talvolta tendono a sostituire il film e i suoi gag. Sul film, beh, poco da dire, se non che è un orologio comico, puntualissimo. Puro piacere.
Venerdì 23, Arena Puccini: Matrimoni e altri disastri (Italia 2010) di Nina Di Majo: se si parte con scarse pretese, non è malaccio (o "discretuccio" per riprendere una battuta dello studente sulla Silvia leopardiana), sostentuto dalla bravissima Margherita Buy.
Sabato 24, Teatro Comunale: due operette buffe, La serva padrona di Pergolesi e Pomme d'Api di Offenbach. Piacevoli, specie la prima, la seconda troppe discrasie tra cantanti e orchestra e inascoltabile pronuncia francese.
Dopo, piazza Maggiore, Italianamerican (Usa 1974) di Martin Scorsese, home-movie geniale e profondo nella sua semplicità, denso di ricordi di immigrazione dei genitori del regista, i problemi di vicinato con irlandesi e cinesi arrivati prima a New York (un po' come i bambini, spiega lei, chi vede qualcosa per primo la vuole solo per sè, poi ci si integra...); ricordi di miseria siciliana e di espatrio necessario per sopravvivere. E stupendi i titoli di coda con la ricetta delle polpette cucinata dalla madre del regista.
Magazine Cinema
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