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Auto. Le meraviglie della fibra di carbonio

Creato il 02 marzo 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online
Auto. Le meraviglie della fibra di carbonio mar 2, 2014    Scritto da Matteo Ferraro Pelle    Attualità, Motori, News, Tecnologia 0

Auto. Le meraviglie della fibra di carbonio

Qualunque sia il futuro dell’auto la necessità di una maggiore sostenibilità è indiscussa. Sia che si vogliano ridurre i consumi o si vogliano produrre auto elettriche utilizzabili a 360°, il peso è un fattore imprescindibile.

Negli ultimi anni la diffusione della fibra di carbonio sta aumentando esponenzialmente, al punto di essere diventato un materiale nobile, degno anche di stare su un gioiello: cosa strana per quello che, dal punto di vista chimico, è molto vicino ad essere l’unione di un tappo di bottiglia con la mina di una matita…

Il materiale ultraleggero di cui le Formula1 sono strapiene è infatti questo, Carbon Fiber Reinforced Plastic, o CFRP in breve. La geniale idea è stata quella di intrappolare una “tela” di filamenti di carbonio intrecciati in una matrice di resina plastica. Il risultato è un materiale leggerissimo ma che sfrutta una caratteristica principale dei filamenti di carbonio: sono facili da manipolare ma se “tirati” sono estremamente resistenti. Il tessuto infatti ha l’obiettivo di ottenere fibre disposte in più direzioni in modo che, qualsiasi carico applicato, generi una trazione su un certo numero di filamenti che si oppongono strenuamente, oppure in altri casi (come i “baffi” aerodinamici della Ferrari 458 Italia) disporre le fibre in modo che la deformazione sia favorita in una sola direzione lasciando che sia il funzionamento stesso del componente a deformarlo per ottenere le forme più favorevoli. Tutte le caratteristiche meccaniche derivanti dipendono dal numero di strati di fibra e dalla loro disposizione, ne più, ne meno.

La fibra di carbonio, quindi, è una frontiera importantissima da raggiungere per migliorare la produzione automobilistica, il risparmio di peso è nell’ordine delle centinaia di chili, ma ha come rovescio della medaglia costi industriali esorbitanti. Difatti per produrlo sono necessari stampi in cui gli operai possano disporre i fogli di fibre e coprirli con le resine plastiche, dopo questo minuzioso processo, pressocchè artigianale, sono necessarie diverse ore di cottura in autoclave ad alta temperatura e pressione.

In questo campo la Lamborghini è tra i marchi più esperti, grazie alla sua attuale collaborazione con Boeing e alla passata testardaggine di Horacio Pagani, collaboratore del Toro all’epoca della Countach. Gli sforzi sono tutti volti a ridurre il costo di produzione della fibra affinchè possa essere utilizzata su tutte le auto, fino alle piccole citycar, e infine di estendere il suo utilizzo il più possibile, non limitandosi ai soli pannelli della carrozzeria e ai telai, ma anche ai cerchi, ai componenti della trasmissione e, perché no, a parti del motore.

In fondo stiamo parlando di un materiale composito, l’utilizzo di diverse resine plastiche in base alle necessità ne rende smisurata la possibilità di adattarsi. Nel frattempo, per necessità di sicurezza, è già in produzione il carbon-titanium fiber: delle tele di carbonio e titanio per aumentare la resistenza e ridurre la possibilità che la fibra finisca in frantumi dopo un impatto.


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