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"Ciarlotta" di compleanno

Da Ny10014

Mio nonno la chiamava così: "Ciarlotta", italianizzata al massimo, in piacentino se vogliamo, proprio così come l'ho scritto. Per me è una torta speciale, perché mi ricorda una persona speciale. Una di quelle che se hai fortuna le incontri una sola volta nella vita. Io di fortuna ne ho avuta tanta perché mio nonno è stato con me abbastanza tempo da insegnarmi buona parte di quello che so e che sono diventata e da lasciarmi un ricordo indelebile.
I compleanni vanno festeggiati, sempre. Ancor di più i compleanni di chi non c'è più. Quest'anno sono venti anni che il mio nonno adorato ha raggiunto il suo amore in cielo e io preferisco sempre ricordare gli anniversari positivi, rispetto a quelli tristi. E quindi tanti auguri nonno, questa Ciarlotta è tutta per te!La Ciarlotta era la sua torta preferita, un fragrante e burroso involucro di pasta frolla che racchiude al suo interno un gustoso ripieno di pere e qualche visciola qua e la a dare ancora più sapore a questa delizia! Dal web ho imparato che si tratta di una torta antica, probabilmente di origine francese. Da qui le varie declinazioni: Scialotte, Ciarlotta (allora il nonno non era l'unico!) o Carlotta, Charlotte. Non è stato identificato un referente storico credibile e si pensa che il nome derivi dallo stampo utilizzato per cuocerla che a sua volta risale alla tipica calotta femminile molto in voga nel Settecento.

Ricordo ancora quando il nonno mi parlava dei compleanni passati, quelli festeggiati in famiglia, circondato da mille fratelli e di quanto fosse affezionato a questa torta semplice che gli parlava di lui e delle sue origini. La ricetta originale della famiglia non esiste, mia prozia, che preparava la torta per il nonno, adottava la tecnica dello "svuota-frigorifero", col tempo però, complice la nonna, cuoca sopraffina, si è stabilizzata sulla versione più semplice: pasta frolla e pere cotte, al massimo e se disponibili, le visciole che smorzano la dolcezza dell'involucro con il loro sapore acidulo.In realtà quale sia l'ingrediente segreto poco importa perché quello che conta veramente è festeggiare e ricordare. Celebrare colui che mi ha voluto bene come pochi altri, che mi ha insegnato tantissime cose, prima fra tutti a affrontare la vita, e che ancora continua a starmi vicino, col suo modo pacato, discreto ma sempre presente. Colui che mi ha lasciato un' eredità immensa fatta di ricordi saldamente ancorati alla memoria, insegnamenti che difficilmente si dimenticano, battute, storie di famiglia e di antenati lontani, piccoli aneddoti.Voglio continuare così, a festeggiare ogni compleanno del nonno e tutti gli anniversari a cui teneva perché voglio mantenere vivo il suo ricordo, e voglio parlare di lui a chi vorrà ascoltarmi, se mai ci sarà, in futuro!

Ingredienti
300g di farina di forza debole
1 cucchiaio di fecola
115g di zucchero a velo
1 pizzico di sale
3 tuorli
3-4 pere medie
2-3 chiodi di garofano
1/2 bicchiere di Marsala
5-6 visciole (ciliegie sotto spirito)
Lavorare farina, zucchero, sale e burro freddo tagliato a cubetti, aggiungere i tuorli e impastare velocemente.
Pulire le pere, tagliarle a pezzi e cuocerle a vapore con acqua, Marsala e chiodi di garofano. Una volta cotte farle raffreddare molto bene prima di riempire lo stampo.
Imburrare e infarinare uno stampo da 18 cm circa scannellato, ricoprirlo con la pasta frolla e riempirlo con pere e visciole. Chiudere con un altro strato di pasta frolla quindi infornare a 180°C per 40 minuti circa, fino a cottura. Deve sentirsi il profumo del burro che pervade la casa e la torta deve assumere quel tipico colore dorato che è una meraviglia solo a vederlo!
My grandfather called it "Ciarlotta" Italianised at most, just as I wrote it. For me it is a special cake because it reminds me of a special person. One of those that you are lucky if you meet once in a lifetime. I'm so much lucky because my grandfather was with me enough time to teach me most of what I know and who I have become and to leave a lasting impression.
Birthdays should be celebrated, always. Even more birthdays of those who are no more. This year there are twenty years my adored grandpa reached his love in Heaven, and I always prefer to remember good anniversaries than sad ones. So, happy birthday Granpa, this Ciarlotta cake is all for you!
This cake was his favorite one, a fragrant and buttery shortbread casing that encloses a tasty filling of pears and some sour cherry here and there to give even more flavor to this treat! From the web I learned that it is an old cake, probably of French origin. From here the various declensions: Scialotte, Ciarlotta (then the grandfather was not the only one!) Or Charlotte, Charlotte. There is no identified a credible historical reference and it seems that the name derives from the mold used to cook it, which in turn goes back to the typical female cap very popular in the eighteenth century.
I still remember when my grandfather spoke to me of his birthdays past, those celebrated in the family, surrounded by a thousand brothers and than was fond of this simple cake that spoke to him and his origins. The original recipe of the family does not exist, my great aunt, who was preparing the cake for my grandfather, adopted the technique of "empty-fridge," over time, however, thanks to the grandmother, excellent cook, has stabilized the simplest version: pastry and baked pears, at most, and if available, the cherries that dampen the sweetness envelope with their sour taste.
In reality, what is the secret ingredient does not matter because what really matters is to celebrate and remember. Celebrating the one who loved me like few others, who taught me many things, first of all to deal with life, and still continues to be close to me, in his quiet way, unobtrusive but always present. The one who left me a ​​immense legacy of memories firmly anchored in memory, teachings that are difficult to forget, jokes, family stories of ancestors and distant, small anecdotes.
I want to continue like this, to celebrate every birthday and every anniversary of my grandfather he cared because I want to keep his memory alive, and I want to talk about him to whoever will listen, if there ever will be, in the future!

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