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Editing e (auto-)pubblicazione

Creato il 09 dicembre 2013 da Camphora @StarbooksIt

Stando in un angolo qui allo Starbooks, sorseggiando il mio Earl Grey, capto le conversazioni ai tavoli vicini; molte vertono sul self publishing e sugli effetti negativi che questa pratica comporterebbe a discapito della qualità delle pubblicazioni.

In effetti, un testo può necessitare di piccoli aggiustamenti sfuggiti all’autore, magari concentrato più sul contenuto che su qualche dettaglio formale. In questo senso, l’editing è uno strumento essenziale per cesellare un’opera.

Tuttavia, nei fatti, la pubblicazione attraverso una casa editrice non sembrerebbe implicare un’attenzione alla forma e al linguaggio. Non mi riferisco al semplice controllo grammaticale. Ne ho già scritto a proposito di “Marina Bellezza” di Silvia Avallone (l’autrice del pluripremiato “Acciaio”), pubblicato con Rizzoli.

Proviamo a vedere un altro esempio, “Spaghetti paradiso” di Nicky Persico, uscito per Baldini&Castoldi. La tematica – lo stalking – è molto interessante e trattata con intelligenza; ci si è però concentrati molto meno su forma e linguaggio. Di seguito indicherò alcune perle, raggruppate per categorie; le trascriverò sul retro di un menu dello StarBooks, così magari a qualche cliente capiterà di leggerle.

Originalità innanzi tutto

  • Il cuore batteva all’impazzata
  • Dopo aver aperto a fatica uno spiraglio di occhi, mi resi conto che era notte. Notte fonda
  • Buio. Buio pesto
  • Tutto alla luce del sole
  • Sotto gli occhi di tutti
  • Impietrito dalla paura
  • Ero distrutto. Mi aveva fatto nero
  • E tutto filava liscio come l’olio
  • Come se nulla fosse successo
  • Come se nulla fosse
  • La vita non è un film
  • Avvertii un brivido lungo la schiena
  • La sua bella fetta di torta
  • Era la classica mela marcia
  • Che andò a ingrossare le fila di quelli che lo tenevano, come dire, sullo stomaco
  • L’ultima ruota del carro
  • Lo studio era deserto
  • L’aria era ferma, e il mio silenzio eloquente

Imprese incommensurabili, senza un vero perché

  • Una velocità impressionante, scagliato con tutte le mie forze
  • E avevo una mira infallibile
  • Una sequenza impressionante di scelte
  • Era capace di rimanere immobile per ore intere, come neanche un mimo di strada che si finge una statua riuscirebbe a fare
  • Senza che un solo muscolo si muovesse
  • Una forza incredibile
  • Volumi di dati impressionanti in pochi secondi
  • Il livello di stress cui veniva sottoposto l’essere umano, in tali circostanze, era indicibile
  • Inforcò di nuovo gli occhiali con fare rapido e preciso

Per essere precisi

  • Cominciò a trafficare con la macchina dell’espresso, sbattendo fragorosamente la pipetta che contiene la posa di caffè nel preposto cassetto, dopo averla estratta, previa rotazione di circa 30°, dalla sua sede
  • Mi guardò per un istante (per quanto si trattasse di milionesimi di secondo)
  • Il deserto cittadino, silenzioso. Cristallizzato, immobile, chiuso
  • Imbarazzo, vergogna, paura, disagio. Tutto insieme (appunto)
  • Seducente, seduttiva, attraente
  • Mare a sinistra, se vai verso sud. Mare a destra verso nord
  • La signora era molto restìa
  • Uno che rischia, che osa, che sfida il destino

Non hai bisogno di sapere altro

  • Il paesaggio era incantevole
  • Quel tratto della 16 bis ha colori e luce unici al mondo
  • Al mattino mette allegria, e al tramonto ti seduce

Giudizi universali

  • E tutto questo, principalmente, lo aiutava a nascondere al mondo e a se stesso il profondo squallore della sua anima
  • L’atmosfera si fece irreale
  • A un passo dal paradiso
  • In quegli scritti era stata annunciata la fine del mondo
  • Lo stesso luogo sembrava appartenere a un atro mondo

Ripensamenti

  • Fotogramma fermo (i fotogrammi *sono* fermi…)
  • Fotogrammi sparsi che messi insieme suggeriscono un movimento (ah, ecco)

Tutto questo senza contare i periodi poco scorrevoli grazie all’abbondanza di punteggiatura, e a sequenze di parole che sembrano scritte di getto, senza particolari rielaborazioni.

Insomma, peccato. Nicky Persico avrebbe anche scritto un romanzo di contenuto valido e per questo gli facciamo i migliori auguri, ma una casa editrice dovrebbe occuparsi, oltre che di confezionamento e promozione, di editing. In questo senso un corso di scrittura (ma non sulla scrittura creativa) potrebbe giovare alla formazione degli editori, che non dovrebbero né lasciar passare né tanto meno aggiungere espressioni infelici come quelle sopra elencate, ma dare un taglio professionale al prodotto chiamato letteratura.

Libero il tavolo. Alla prossima.


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