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Elysium – Recensione

Creato il 02 settembre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

Una delle sorprese cinematografiche più interessanti del 2009 fu District 9; nel film si immaginava un futuro in cui gli esuli alieni vivevano sulla terra ghettizzati dagli umani e trattati come dei cittadini di serie-B. In mezzo a un film di fantascienza originale e coinvolgente Neill Blomkamp riusciva ad inserire un’azzeccata metafora dell’Apartheid in Sudafrica.

Elysium“, opera seconda di Blomkamp, segue la traccia di District 9, alzando il tiro in ogni suo aspetto.

Elysium, Recensione, Neill Blomkamp, Matt Damon

Photo credit: Siebbi / Foter / CC BY

Nel 2154 la Terra è sovrappopolata, le città hanno raggiunto un degrado urbano insostenibile e l’inquinamento ha inaridito il pianeta. Persino Los Angeles (città simbolo del benessere occidentale) è diventata una baraccopoli fatta di favelas e campi di immondizia. Le persone più ricche si sono trasferite sul satellite Elysium, in cui è stato ricreato un ecosistema verde e florido, dove si ha accesso a moderne macchine mediche in grado di guarire qualsiasi malattia.

Max DaCosta (Matt Damon) lavora in una fabbrica fino al giorno in cui viene esposto ad una dosa letale di radiazioni a causa di un’incidente. Costretto a giocarsi il tutto per tutto in cerca di una soluzione, accetta una missione suicida per guadagnarsi un passaggio clandestino su Elysium e farsi curare. Le cose saranno più complicate del previsto a causa dei metodi spietati con cui l’amministratore Delacourt (Jodie Foster) gestisce la sicurezza del satellite.

Il maggior pregio di Blomkamp è di riuscire a creare pellicole dotate di un ritmo incalzante, arricchendo il genere fantascientifico con la sua personale visione e mettendoci un pizzico di approfondimento sociale che da spessore al tutto, senza scadere in facili moralismi e prediche pedanti.
Elysium è un’espansione di District 9 all’ennesima potenza: forte di un budget all’altezza, il regista sudafricano dirige un cast importante ed è in grado di sostenere l’azione con un largo uso di effetti speciali che valorizzano il suo talento dietro la macchina da presa. Ogni sequenza, ogni fotogramma di questo futuro distopico sono dotati di forte personalità e offrono allo stesso tempo un intrattenimento efficace allo spettatore.

Forse l’unico difetto della pellicola è cedere a qualche clichet verso il finale, già vista la caratterizzazione dei personaggi (specialmente Kruger, per quanto sia ben interpretato da Sharlto Copley), ma ha una sua funzionalità nel bilancio del film.
Forse District 9 mantiene una maggior originalità nel raccontare la trama, mentre Elysium arricchisce un film dalla struttura classica rivestendolo con una ambientazione interessante, una metafora sociale (che rinforza la trama) e un’ottima regia.


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