Magazine Cinema
di Ariel Vromen (Usa, 2012)
con Michael Shannon, Winona Ryder, Chris Evans, Ray Liotta, James Franco, David Schwimmer
durata: 103 minuti.
★★★★☆
La storia (vera, ormai questo è l'anno dei biopic) di Richie Kuklinski, professione sicario, 250 omicidi commessi in vent'anni di onorata professione... lo chiamavano Iceman, in quanto 'amava' custodire le sue vittime congelate nel freezer di casa, in modo da impedire agli sbirri di risalire alla data del decesso. E come le sue vittime anche il film è rimasto congelato per ben tre anni prima che il Belpaese si accorgesse di questo solido thriller di genere, impersonato da un attore immenso e da ottimi caratteristi di supporto.
Michael Shannon è ormai l'interprete 'disturbante' per eccellenza, specializzatosi nei ruoli borderline (lo ricordiamo in Take Shelter e Revolutionary Road), e anche qui va detto che il lavoro fatto sul suo personaggio è assolutamente straordinario: tutto il film è basato infatti sullo sdoppiamento di personalità di Kuklinski, spietato assassino specializzato in delitti atroci fuori dalle mura domestiche, quanto marito amorevole e padre esemplare in famiglia. Kuklinski, umile immigrato polacco finito a New York a riversare videocassette porno, è l'emblema (l'ennesimo) di un Paese, l'America, che accoglie tutti ma nega i sogni: il protagonista è un uomo tormentato e violento, dall'infanzia difficile, che cerca disperatamente di farsi accogliere in una società miope e perbenista. Che non riuscirà a fargli passare la sete di vendetta verso il mondo intero.
Kuklinski uccide non solo per lavoro, ma anche per fare piazza pulita tra la sua famiglia e il marciume che va oltre il giardino di casa. Accanto a lui ci sono una moglie fragile e dimessa (una rediviva Winona Ryder, ottima spalla), tre figlie adorabili e troppe conoscenze sbagliate, perlopiù mafiose o legate alla malavita, che lo avvolgono in un abbraccio mortale dal quale, ovviamente, sarà difficilissimo venir fuori: lo scenario è quello del New Jersey (lo stesso dell'eastwoodiano Jersey Boys) ovvero la periferia malfamata della Grande Mela, dove tutti gli affari vengono spartiti tra le famiglie criminali che spadroneggiano indisturbate... Kuklinski è sempre in cerca del 'colpo grosso', il delitto su commissione capace di fruttargli quella gran quantità di soldi che gli servirà per abbandonare New York e cambiare aria. Ma come potete immaginare l'impresa sarà tutt'altro che semplice.
Il regista israeliano Ariel Vromen è bravo nel costruire un robusto noir metropolitano che regala allo spettatore esattamente quello che si aspetta: certo non c'è molto di originale in questa pellicola dichiaratamente old-fashioned, ma la classicità genuina di Iceman in questo caso è un valore aggiunto, tutta al servizio di un attore bravissimo e modesto, strepitoso nella sua mimesi di uomo ferito e rassegnato di fronte alla piega degli eventi che non riesce a gestire la sua caduta negli inferi. Michael Shannon è uno degli attori più sottovalutati di questo inizio di millennio, e qui la sua performance è di quelle che non si dimenticano tanto facilmente: il film meriterebbe tre stelline, la quarta è tutta per lui.
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