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Il Matto dei Tarocchi sul Sentiero (Aurei Sentieri, 22)

Da Giovannipelosini

Il Matto dei Tarocchi sul Sentiero (Aurei Sentieri, 22)Il Matto inizia il Sentiero dei Tarocchi con un minimo fardello sulle spalle, a piedi scalzi, senza curarsi se ha di fronte la strada o l’incommensurabile abisso, il Vuoto assoluto.
È, infatti, la vacuità dell’universo il più grande mistero del mondo, oltre la banalità scontata e quotidiana, oltre l’ordinaria pragmaticità, oltre l’apparente concretezza delle cose.
È il Vuoto che fa girare la Ruota, è la pura follia che la muove.
Il Matto è confuso? Ma certo! È con-fuso talmente con la propria vera essenza che non ha neanche desiderio di osservarsi oggettivamente e di chiedersi se ciò che è, che pensa (?), che fa, abbia un senso.
Non potrebbe viceversa essere stato incarnato in quella commistione originaria di molecole organiche senza utilità e con scarsissime probabilità di sopravvivenza nel brodo primordiale, quell’improbabile primitivo coacervo che, senza alcuna convenienza individuale, accettò di riprodursi e di evolversi, morendo senza lasciare traccia se non la sua eredità: la Vita.
Così la sacra follia è apparentemente distruttiva pur di essere divinamente creativa.
In questa ciclica altalena di eventi spazio-temporali, il Matto non possiede un numero, quindi non possiede niente e non rappresenta niente; ma questo è l’unico modo possibile per essere e rappresentare l’Infinito.

Giovanni Pelosini


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