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Inerzia

Da Lepicentro
Ogni umanità dovrebbe essere deputata alla ricerca del più alto profilo della propria esistenza: invece, siamo tutti piccoli ripiegati in noi stessi e con poche ali a disposizione, spesso di cera. La fascinazione della perfezione ci ferisce e ci mortifica, lasciandoci inchiodati davanti a tale illusione. E alla televisione la nostra vita passa, beata di se stessa e giustificata da una notorietà immaginata ed ignotamente pericolosa. Perciò scansiamo le scomodità, ci rendiamo ridicoli davanti ad una piantina che nasce (e non lo riconosciamo), davanti ai nostri figli che nascono. E a pochi anni hanno già imparato a schernirsi della nostra pochezza genitoriale, ad abituarsi a percorrere la vita senza di noi, a brancolare nell’incertezza con il placito sostegno di ebbrezze artificiali ingurgitate e vissute con drammatica facilità. Lo sciame umano passa su questa Terra senza lasciare un segno che valga l’esistenza, generando progenie per inerzia: ma la fisica ha le sue leggi ed un moto inerte non ha più energia propulsiva. È destinato alla fine, ad uno stop, forse per un nuovo inizio. Forse.

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