faccio acqua da tutte le parti
Volevo cominciare con una citazione colta ed evangelica, ma non vorrei urtare la sensibilità di eventuali lettori miscredenti, perciò comincerò semplicemente rispondendo a Jo (Giò? Joe? Mah…) e a Cri(stina). Giò, eccomi qui. Cristina, sono ancora viva, più o meno.Dico loro perché mi hanno gentilmente
Allora.
Invece di correggere le ultimissime verifiche del quadrimestre (qual è il lago più importante della Germania? Il fiume Danubio, risponde opportunamente Lucchetta; che cosa è il Concilio di Trento? Un ritrovo di parroci, specifica il suo compagno di banco), son qui.
Invece di andare a controllare che la mater (rottasi una seconda volta, ma non apriamo altre parentesi) si sforzi di rimanere ferma per più di 30 minuti, magari guardandosi una bella messa su Tv2000, canale 28 del digitale terrestre, ecco, sono qui.
Invece di raccogliere i pezzetti del rotolo di carta igienica che la gatta ha abilmente carpito per
Tra l’altro, a casa di mia madre c’era l’isola d’Elba perché a casa mia la vecchia caldaia è andata su di pressione e ha fatto saltare i tubi. Risultato: muratore per rompere i muri e idraulico per prosciugarci i sudati risparmi che dovevano servire al maritino per il dentista.
Insomma, per ora non mi viene in mente altro (sì, per esempio, sempre parlando dei maledetti gatti, ho appena sentito che dovrei andare a pulirne la cacca), ma spero ugualmente di avervi fatto sentire abbastanza in colpa e di avervi fatto lagrimare per la mia dedizione odierna al blog. Anzi, a voi.
Che è una dedizione pericolosa, perché io lo so che son qui guardando l’orologio perché prima di andare a lavoro, oggi, devo ancora fare un sacco di cose e, tra le altre, secondo me la messa è finita e invece di andare in pace devo andare a far scaldare il latte per la mater, sempre perché, come dice il nostro vecchio medico (vecchio per dire che l’hanno cacciato in pensione e ora ne ho uno nuovo, ma non sembra vecchio, è ancora un bell’uomo, sapete?), comunque, il nostro vecchio medico dice che quando eravamo piccoli la mater ci dava da mangiare, e ora dobbiamo farlo noi. Un bel discorso, solo che la mater si rassegnasse. Invece sono sicura che ora è giù arrampicata allo sportello dei biscotti perché la colazione vuole prepararsela da sé. Dovrebbe stare attaccata al quel coso per stare in piedi (girello?, carrello?, stampello?) e si attacca alla marmellata, per dire.
Mi son persa, ma era appunto per dire che, anche se guardo l’orologio e compagnia bella, la dedizione mi frega e mi faccio prendere dall’aere e sto qui e divago come ai bei tempi.
Tanto che ho già scritto quattrocentottantadue parole senza nemmeno incominciare a dire ciò che volevo.
Che era questo (”era” perché volevo scriverlo quindici minuti fa): faccio un bel resumé in ordine alfabetico delle cose terribili che sono successe in questo primo quadrimestre? Del tipo:
a – come acqua alle caviglie
b – come bestie
c – come Capa Torta, chi la conosce è morta
d – come DSGA, più di là che di qua
e – come elementare e monocellulare
e così via.
Oppure questo: faccio due belle figu nuove in modo che tutti sappiano di Capa Torta (chi la conosce è morta) e di Dammi-del-tu-Palmira (la segretaria che delira)?
Non so, quasi quasi lo metto ai voti.
Che è un modo per dire che mi levo elegantemente di torno, preparo la colazione giù, preparo la cartella su, faccio andare la lavatrice, ritardo la partenza della lavastoviglie, controllo che i tubi non perdano più, chiudo in casa i gatti, do da mangiare ai cani (dopo aver dato da mangiare alla mater, che diamine, certo), e vado a scuola a spiegare il lago Danubio.
(per dire, comunque, che sono un po’ presa ma che, alla fine, probabilmente la cosa più brutta che mi stia capitando è Dammi-del-tu-Palmira: mettete sul piatto della bilancia il resto e cominciate a rendervi conto di che razza di elemento sia questa tizia)