Ieri mattina si sono svolte della manifestazioni davanti alla Presidenza del Fronte Polisario a Rabouni a cui hanno partecipato le famiglie degli studenti saharaoui in Libia, che chiedevano il rimpatrio dei 400 studenti sarahoui che sono tuttora in quel paese. Gli slogan principali sono stati “Non utilizzate i nostri ragazzi per sostenere il dittatore Gheddafi”, “No al dictat del regime algerino di inviare i nostri ragazzi per partecipare al genocidio del popolo libico”, che sono stati scanditi durante tutta la manifestazione. Verso le 14.00 la folla è stata dispersa dalle milizie di Mohamed Abdelaziz. Bisogna ricordare che la popolazione saharaoui, spronata dagli accadimenti di queste ultime settimane e stremate dalle condizioni di vita nei campi di Tindouf, a sud dell’Algeria, ha manifestato la sua disapprovazione a Mohamed Abelaziz e ai suoi dirigenti, diffondendo diversi comunicati che stigmatizzano la linea politica attuale della direzione del Fronte Polisario, in copia all’Algeria. Inoltre, un misterioso gruppo denominato “Gioventù Rivoluzionaria Sarahoui” ha convocato un sit-in davanti alla sede della Presidenza della RASD a Tindouf, il 5 marzo prossimo alle ore 10.00, giornata che coincide con l’anniversario della proclamazione del primo governo sarahoui. Nel comunicato, il gruppo in questione, rivendica “la lotta per la giustizia sociale, contro la corruzione e il tribalismo per donare un nuovo soffio di speranza al problema sarahoui”. La Gioventù Rivoluzionaria Sarahoui ha inoltre manifestato il suo sostegno a “Jat Acharid”, una corrente riformista del Fronte Polisario che ultimamente ha inviato una missiva alle autorità algerine sollecitandol’autorizzazione per i suoi militanti e simpatizzanti di aprire le porte ai campi di Tindouf alla stampa internazionale e alla società civile, per partecipare alla manifestazione del 5 marzo prossimo. Le ultime informazioni recentemente giunte dai campi di Tindouf segnalano che i promotori della manifestazione, Aba Lahib, Said Zeroua e Baba Mouichen, sono stati arrestati e torturati da alcuni uomini di Ould Lakik. Un altro movimento denominato “Raggruppamento Saharaoui Democratico”, diretto da M. Saklah Jatri, dichiaratosi un movimento riformista con lo scopo di sollevare Mohammed Abdelaziz dal suo incarico, ha visto crescere di ora in ora le sue adesioni, anche dall’estero. La goccia che ha fatto traboccare il vaso e stata la comunicazione telefonica riportata dalla Agenzia di stampa libica “JANA”, tra il capo dei sarahoui e il dittatore Gheddafi, nella quale il primo apporta tutto il suo sostegno alla campagna genocida del popolo libico. Diversi video su Youtube, postati dai libici, decrivono alcune milizie straniere tra cui dei mercenari sahraoui. I servizi di sicurezza algerini, molto presenti sul territorio dei touareg, anche in Mali, si sono mobilizzati per raggruppare, il week-end scorso oltre 350 mercenari che sono stati portati verso la località algerina di Djanet, 1.491 km a sud di Algeri, da dove si sono poi imbarcati a bordo di aerei algerini e libici. Secondo il canale di informazione Al Jazeera, il despota libico ha pagato ai mercenari la somma di 2.000 § per ogni giorno di combattimento.
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