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L’ULTIMO LUPO (Wolf Totem)

Creato il 23 giugno 2015 da Ussy77 @xunpugnodifilm

50977Tanto mestiere da parte di Annaud, ma la storia dov’è?

Pellicola tratta dal bestseller cinese Il totem del lupo, L’ultimo lupo si immerge ed esibisce le sterminate bellezze della Mongolia durante la rivoluzione culturale, ma si ferma qui. Difatti la vicenda pecca di semplicità e non riesce a farsi accattivante quanto le splendide vedute naturalistiche costantemente immortalate.

Chen Zhen, giovane studente nella Cina in piena rivoluzione culturale, viene mandato in Mongolia per educare una tribù di nomadi. Tuttavia nella tribù troverà conforto nella cultura nomade e nella figura del lupo, animale affascinante che il governo cinese ha deciso di sterminare brutalmente.

Sette anni in Tibet aveva interrotto bruscamente i rapporti tra la Cina e il regista francese, ma dopo 18 anni Annaud torna a girare in quei luoghi e si rifà a uno dei romanzi più famosi e celebrati della repubblica popolare. Tuttavia non basta fotografare con maestria e accademia le distese mongole per rendere compiuto un film; serve una storia che si faccia convincente e che esibisca in modo più deciso temi che in L’ultimo lupo vengono esclusivamente sfiorati, appena accennati. Il versante politico, l’inquinamento e la presenza ingombrante dell’uomo (poco attento al contesto con cui si confronta) sono argomenti che trovano poco spazio nella vicenda che vede protagonista Chen Zhen e il cucciolo di lupo salvato da morte certa.

Il regista non dà ampio respiro al film, lo relega a “documentario” dotato di magia ambientale e si fossilizza eccessivamente sul comportamento dei lupi e sulle loro strategie di attacco e difesa (i ralenti e i primi piani a pelo d’erba si sprecano). È come se l’autore di Due fratelli non riesca a comprendere fino in fondo la cultura profondamente intrinseca e legata a doppio filo con la natura e i suoi stravolgimenti e per questo preferisca azzerare questo aspetto, un significativo e profondo tema che legherebbe in modo impercettibile l’uomo alla natura che lo circonda.

Annaud si perde nei meandri della grassland mongola e nelle scene di naturalistica bellezza. Insomma si nasconde dietro a questa sterile ostentazione, che purtroppo lascia il tempo che trova. L’ultimo lupo è un’occasione mancata di osservare dall’interno un mutamento sociale, il forzato indottrinamento delle tribù arretrate, che sono devote a un Dio misericordioso e animalesco, che apre le porte del cielo a coloro che rientrano a pieno regime nel cerchio della vita. Ed è così che tutti questi temi (molto più interessanti e debitori di approfondimento) divengono corollario sterile del mestiere accademico e poco trascinante del regista transalpino.

Uscita al cinema: 26 marzo 2015

Voto: **


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