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Lo strano giro dell’acqua di Cassino

Creato il 10 dicembre 2012 da Oblioilblog @oblioilblog

Lo strano giro dell’acqua di Cassino

Sgorga sugli Appennini laziali, scorre giù fino a Napoli e poi si imbarca per tornare nelle isole Pontine, di nuovo nel Lazio. Un tragitto decisamente diseconomico difficile da spiegare e su cui c’è chi lucra.

È questa la storia della acqua che sgorga dalle sorgenti del Gari, ai piedi di Montecassino e della Rocca Janula, in provincia di Frosinone. Una sorgente generosa, tant’è che il Lazio decide di donare un tot di acqua alla Campania per irrorare Napoli.

Nessun compenso in cambio, solo la costruzione di un depuratore nel 1983. Da oltre vent’anni la Lazio dirotta in Campania tremila litri al secondo. Viene spinta fino a Napoli per settanta km attraverso acquedotti canonici.

Una volta terminato di annacquare Napoli, finisce al molto Beverello dove l’Eni Acqua Campania la mette nelle cisterne della compagnia marittima Vetor. Le navi fanno rotta su Ventotene e Ponza, provincia di Latina, nel Lazio.

Ogni anno la Vetor presenta al regione Lazio una fattura da 7 milioni di euro pagati dalle bollette degli utenti. Il Lazio, in pratica, paga una società per un servizio che potrebbe tranquillamente svolgere autonomamente. Tra l’altro Napoli dista 40 miglia da Ventotene e 60 da Ponza. Il porto di Formia, il più vicino tra le isole e la fonte, è lontano solo 26 miglia da Ponza e 36 da Ventotene e potrebbe essere raggiunto con una condotta di neanche 30 chilometri. Il tragitto sarebbe la metà di quello attuale ed è inutile ricordare che più è lungo il trasporto, più l’acqua è salata. 

L’appalto è sempre stato vinto dalla Vetor, azienda di Anzio. L’ultima gara è andata deserta e la Vetor ha continuato a trasportare l’acqua in regime di proroga. Qualche mese fa è stato presentato un esposto alla Procura di Latina a proposito.

Giovanni Maria de Rossi, archeologo che ha assistono alla prima captazione delle acque del Gari, racconta un episodio:

Il vecchio sindaco di Ventotene Beniamino Verde, quando l’acqua fu portata sull’isola dalle navi cisterne dei privati e non più da quelle della Marina militare, mi disse: “Vedrai che quest’acqua ci costerà come se dovesse arrivare da New York”. Beniamo aveva proprio ragione.

Il grande accusatore degli imbrogli è Roberto Lessio, imprenditore agricolo di Borgo Sabotino, ex presidente provinciale di Legambiente e autore del libro All’ombra dell’acqua. Svela un particolare in più:

Quell’acqua che parte da Cassino continua a fare i suoi tour perché a Ponza e a Ventotene non si fanno i dissalatori che Acqua Latina, la società che gestisce il servizio idrico integrato a cavallo fra le province di Latina e Frosino, ha fin dal 2004 di investimento.

Il costo sarebbe stato di 9 milioni (molto meno dei 7 annui pagati attualmente) e nonostante la mancata realizzazione, nelle bollette c’è anche la voce dell’investimento per i dissalatori mai costruiti.

 

Fonte: Repubblica, Latina Oggi


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